Esiste una legge in Italia che prevede l’obbligo da parte dello Stato di corrispondere un assegno previdenziale di importo minimo.

Chi è titolare di una pensione molto bassa, che consente a stento di arrivare a fine mese, può avere diritto alla c.d. pensione minima”.

Si tratta, in particolare, di una misura rivolta a tutti i pensionati che ricevono un importo pensionistico molto basso.

È possibile ottenere una sorta di integrazione della pensione fino al raggiungimento della “pensione minima”, meglio conosciuta come trattamento minimo INPS.

Si specifica che l’importo della pensione minima non è fisso in quanto cambia di anno in anno in funzione dell’indice di variazione ISTAT che tiene conto appunto dell’inflazione.

Se il costo della vita aumenta, automaticamente l’INPS dovrà adeguare l’importo della pensione.

Pensione minima: cos’è?

La pensione minima è un’integrazione al trattamento minimo ed è disciplinata dalla Legge n. 638/1983.

L’articolo 6 Legge n. 638/1983 prevede il diritto del pensionato a ricevere un assegno sufficiente a garantire una vita dignitosa.

Nonostante il pensionato abbia versato durante la propria carriera lavorativa un importo contributivo che non raggiunge la pensione minima, l’INPS eroga un assegno integrativo della pensione.

Pensione minima: quali sono i requisiti reddituali?

La pensione minima può essere ottenuta qualora si verifichino determinati requisiti reddituali, che cambiano a seconda se il pensionato è coniugato o meno.

Se il pensionato non è coniugato ha diritto:

  • all’integrazione al minimo in misura piena, in caso di reddito annuo non superiore a 6.702,54 euro;
  • all’integrazione al minimo in misura parziale, in caso di reddito annuo superiore a 6.702,54 euro e fino a 13.405,08 euro.

Se il reddito eccede la soglia di 13.405,08 euro, non si ha diritto ad alcuna integrazione.

Nel caso in cui il pensionato fosse sposato si applicano dei limiti reddituali più elevati, ai fini dell’integrazione al minimo.

Si ha diritto:

  • all’integrazione al minimo in misura piena, se il reddito annuo complessivo proprio e del coniuge non eccede 20.107,62 euro ed il reddito del pensionato non supera 6.702,54 euro;
  • all’integrazione al minimo in misura parziale, se il reddito annuo complessivo proprio e del coniuge supera 20.107,62 euro, ma non eccede 26.810,16 euro ed il reddito del pensionato non supera i 13.405,08 euro.

Pensione minima 2021: redditi da escludere

I redditi da considerare sono legati principalmente ai redditi del pensionato e della coppia, con la sola eccezione:

  • della pensione da integrare al minimo;
  • dei redditi esenti da Irpef;
  • degli arretrati soggetti a tassazione separata;
  • del reddito della casa di abitazione.