Pensione lavoro precoce: Buongiorno, le scrivo per la seconda volta, mi interessa seriamente tale informazione per calcolare la mia uscita dal mondo del lavoro.

Sono nato a gennaio del 1962, nel 1978, fino al 1980, sono stato messo in regola come bracciante agricolo. Il mio datore di lavoro mi ha versato contributi agricoli per 51 giorni l’anno per i 3 anni. Le chiedo, cortesemente, se questi mi danno diritto ad essere lavoratore precoce, grazie. Cordiali saluti.

Dal 1 gennaio 2018, i braccianti agricoli sono stati inclusi, insieme a siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nel perimetro dei lavori usuranti, Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca, Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative, Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne, nelle cosiddette mansioni gravose.

Le mansioni gravose, se svolte in via continuativa per almeno 6 anni nei 7 anni precedenti la domanda di pensione, sono una delle condizioni per accedere alla quota 41.

Il beneficio spetta ai lavoratori dipendenti che hanno maturato un’anzianità contributiva di almeno un anno prima del compimento del 19° anno di età, pari a 52 settimane di contributi.  Nel caso specifico, sono 51 giorni all’anno e non 52 settimane o 12 mesi all’anno, quindi lei non rientra nel lavoro precoce, anche se ha svolto un’attività lavorativa prima dei 19 anni.

Le consiglio di rivolgersi ad un patronato e far controllare la sua situazione contributiva.

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