Pensione: Roberto come tanti vive sulla sua pelle le ingiustizie delle leggi italiane, rigide e senza flessibilità, in molti scrivono in redazione, in molti si trovano senza lavoro e troppo avanti con l’eta per sperare che qualcuno li assuma. Per non dire dei tanti come la categoria dei lavori gravosi, che per una semplice qualifica si sono visti respingere la pratica. Tutte le norme hanno sempre un retrogusto troppo amaro da mandar giù. In alcuni casi si dovrebbero esaminare anche le condizioni di vita dei cittadini.

Portare un uomo a dormire in auto, non ci fa onore, e non fa onore al nostro Governo. Essere italiani è davvero difficile…

La lettera di Roberto

Buongiorno, mi chiamo Roberto sono nato a Roma, essere Italiano e amare questo paese mi permette di pensare che qualcuno che lavora nel Governo, possa leggere queste due righe di disperazione, sperando che siano lette con gli occhi dell’animo.

Non voglio essere il primo ne l’ultimo, l’articolo 3 della costituzione recita che, la legge è uguale per tutti, ma non sempre è così.

Sono disoccupato da 2 anni ma ufficialmente all’ufficio di collocamento da dicembre  2016, non percepisco alcuna indennità, non ho più una casa da 1  anno perché non posso pagare l’affitto e le utenze, ho un’auto da 10 anni, ferma perché senza assicurazione, ho l’esenzione E02, ho presentato il modulo ISEE, dormo in macchina tranne eccezioni di favore presso amici e parenti.

Ho lavorato alcuni anni con partita iva ma con entrate irrisorie, eppure ho 34 anni di contributi INPS e, domani chissà una pensione.

Ho approfittato dell’APE SOCIAL con tutti i requisiti richiesti per avere un minimo per vivere fino alla pensione ufficiale.

Ebbene ecco il mio errore: aver presentato con 3 giorni di ritardo la domanda per la NASPI, quindi rifiutata dall’INPS, dopo aver lavorato da gennaio ad aprile 2016 con un contratto a TERMINE, la legge dice che per accedere all’APE SOCIAL devi aver chiesto la Naspi altrimenti sei fuori.

Non discuto la legge ma la flessibilità dov’è? Non basta raccontare il dramma di un cittadino?

Non è più importante che non si hanno soldi neanche per un pezzo di pane?

Non bastasse, vedrò la mia pensione allontanarsi di ancora 5 mesi.

Questa mia è uno sfogo di chi non ce la fa più.

Non chiedo e non voglio favori perché saremo tanti in queste condizioni, mi basta che questa mia disperazione venga letta con umanità nella speranza che se lo Stato, ha deciso di mandare prima in pensione alcuni cittadini disoccupati, valuti le condizioni che esistono al momento, quelle più drammatiche e più urgenti e non se uno beve un caffè al giorno va bene e uno che ne beve 3 è fuori legge.

Forse non avrò risposta anche se sarebbe umano ed elegante averla perché io posso rappresentare tante persone nel mio stato attuale.

Grazie per l’attenzione, il mio stato d’animo nell’inviare la presente è la speranza che possa cambiare qualcosa per chi è indigente. Cordialmente Roberto.

Lettere

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Rottamazione cartelle bis, disparità di trattamento (lettera aperta)

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