Prendere pensione e Naspi insieme, contemporaneamente, è possibile? È una domanda che diversi lavoratori si pongono. La pensione è ciò che spetta ad un lavoratore nel momento in cui finisce la sua carriera lavorativa ed ha raggiunto i requisiti utili alla quiescenza. La Naspi invece, è l’indennità per disoccupati, cioè per chi perde involontariamente il lavoro. Si tratta di due misure che è l’INPS a gestire, dalla domanda di accesso alla loro erogazione. Ma al termine dell’ultimo rapporto di lavoro di una carriera, il lavoratore può percepire entrambe le cose? È la domanda che ci pone un nostro lettore.

 

“Gentile redazione, sono un lavoratore dipendente del settore alimentare di 66 anni. Anzi, sono un ex lavoratore visto che il 30 settembre perderà il posto di lavoro perché la mia azienda ha deciso di licenziarmi per ragioni collegate alla crisi economica. Compio 67 anni il prossimo 14 gennaio e quindi si aprono le porte alla mia pensione di vecchiaia visto che ho 28 anni di contributi versati. Ma ho diritto a due anni di Naspi se non erro. Infatti sono oltre 15 anni che lavoro ininterrottamente per la stessa azienda. Come funziona in questi casi? Ho diritto sia alla Naspi che alla pensione? Oppure, possono rimandare il pensionamento sfruttando la Naspi che se non sbaglio mi aumenterà anche i contributi grazie ai figurativi? Vi saluto distintamente e vi ringrazio in anticipo per la vostra eventuale risposta.” 

La Naspi e il licenziamento 

La Naspi è l’indennità che l’INPS eroga dietro domanda ai lavoratori dipendenti che perdono il posto di lavoro per un motivo diverso dalla loro volontà. Solo in caso di dimissioni per giusta causa il vincolo della perdita involontaria del rapporto di lavoro viene meno. Il nostro lavoratore quindi, a ottobre dovrà presentare domanda di Naspi dal momento che il licenziamento sopraggiungerà il 30 settembre. Avesse avuto già 67 anni di età il nostro lavoratore non avrebbe avuto diritto a chiedere la Naspi dal momento che avrebbe raggiunto la canonica età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia.

Bastano infatti 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi versati.  

Decadenza della Naspi in caso di pensione  

Il nostro lettore deve presentare domanda di Naspi entro 68 giorni dalla data del licenziamento. Questo è il limite temporale per non perdere il diritto alla Naspi stessa. Se presenta domanda entro i primi 8 giorni, quindi entro l’8 ottobre, la decorrenza della prestazione scatterebbe proprio dall’ottavo giorno. E come vedremo, il consiglio è di fare presto, sfruttando al massimo le tempistiche prima citate, prendendo il sussidio per disoccupati involontari fin dal primo giorno utile, cioè dall’ottavo dopo il licenziamento. In teoria la Naspi decade nel momento in cui un disoccupato beneficiario dell’indennità, accede alla sua pensione di vecchiaia. 

Prendere pensione e Naspi insieme: i chiarimenti dell’INPS 

Percepire Naspi e pensione insieme non è possibile. Difatti è stato l’Istituto previdenziale a sottolineare da tempo la non cumulabilità di queste misure. Con una vecchia circolare (la n° 94 del 12 maggio 2015, ndr), l’INPS ha sancito che la Naspi decade per un beneficiario nel momento in cui quest’ultimo raggiunge un diritto alla pensione. Nello specifico del nostro lettore, la Naspi gli spetterà per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022 e per il mese di gennaio 2023. Infatti dal primo febbraio, cioè dal primo giorno del mese successivo a quello in cui completa i requisiti per la pensione di vecchiaia (il 14 gennaio compie 64 anni ed ha già oggi 28 anni di contributi versati), perderà la Naspi e passerà alla pensione di vecchiaia. Dove saranno conteggiati anche i 4 mesi di Naspi come contribuzione figurativa. Naspi che si interrompe quindi, a prescindere dal fatto che il nostro lavoratore ha diritto a 24 mesi di indennità, cioè alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro.