Una misura che consente di anticipare la pensione già a 63 anni di età è l’Anticipo pensionistico sociale. Ma per avere accesso a questa misura serve appartenere a determinate categorie. Infatti la misura, conosciuta da tutti con l’acronimo di APE, è destinata a invalidi, caregivers, disoccupati e lavoro gravoso. Ma in base alla categoria di appartenenza cambiano i requisiti. Non l’età anagrafica, ma l’età contributiva. Infatti per il lavoro gravoso servono 32 o 36 anni di versamenti oltre ad altri vincoli che adesso vedremo.

Per chi è invalido oppure per chi ha invalidi a carico bastano 30 anni. Lo stesso per i disoccupati. Spesso però età e contributi non bastano e allora ecco alcune soluzioni che possono tornare utili per chi volesse verificare il suo diritto a questa misura.

“Buongiorno, sono Flavio, un lavoratore edile che ha circa 35 anni di contributi versati. Contributi che sono comprensivi di cassa integrazione, disoccupazione ed altri periodi figurativi. Ma ho controllato e sono validi per la mia pensione. Ma come edile non dovrei poter accedere all’Ape sociale nonostante a settembre compio 63 anni di età. Infatti credo di non riuscire a completare i 7 anni di lavoro edile negli ultimi 10 anni come la misura prevede. Soprattutto negli ultimi anni ho parecchi periodi coperti da Naspi e cassa integrazione. Come posso fare per andare in pensione a 63 anni?”

Andare in pensione come disoccupato è più facile, ecco perché l’INPS lo prevede a 63 anni

Per il lavoro gravoso l’Ape sociale si centra se contestualmente al completamento dei 63 anni di età e dei 32 anni di contributi (per gli edili e per i ceramisti, perché per gli altri ne servono 36), si matura un altro requisito. Serve che il lavoro gravoso sia stato svolto per 6 degli ultimi 7 anni di carriera o per 7 degli ultimi 10 anni. In termini pratici, senza questa parte di carriera come normativa prevede, anche con 63 anni di età e 32 di contributi non si può andare in pensione.

Lo stesso vale per gli invalidi che con 63 anni di età e 30 di contributi non possono sfruttare l’Ape sociale se non sono invalidi almeno al 74%. E per chi ha invalidi a casa, oltre al requisito anagrafico e contributivo dovrà rispettare anche il vincolo dei 6 mesi di assistenza al parente convivente disabile prima di presentare domanda. L’assistenza all’invalido deve essere iniziata 6 mesi prima della domanda di Anticipo pensionistico sociale.

Il disoccupato può accedere all’Ape sociale più facilmente anche rispetto alla quota 41

Il nostro lettore quindi rischia di trovarsi con le spalle al muro. Perché non rispetta il vincolo dei 7 anni degli ultimi 10 trascorsi come lavoratore edile. E probabilmente non può garantire nemmeno l’alternativa del lavoro svolto in 6 degli ultimi 7 anni. Andare in pensione come disoccupato è più facile però. In pratica il nostro lettore se ha perso il lavoro, potrà andare in pensione con l’Ape sociale, ma senza richiamare al lavoro gravoso. Dallo scorso anno infatti è venuto meno un vincolo che per i disoccupati resta tale per esempio, per la quota 41 per i precoci. Non bisogna aver completato da almeno tre mesi la fruizione di tutta la Naspi spettante per accedere all’Ape sociale. Basta essere disoccupato alla data di presentazione della domanda. In parole povere, se il nostro lavoratore del quesito a settembre prossimo sarà disoccupato, potrà accedere comunque all’Ape sociale.