Le regole per il pensionamento dei dipendenti pubblici e di quelli del settore privato sono uguali per tutti. Solo il personale militare e del comparto Difesa e Sicurezza segue regole diverse legate a requisiti speciali. Per i dipendenti pubblici e della scuola in particolare le procedure di uscita sono diverse.

Per docenti, dirigenti e personale Ata, l’uscita dal lavoro è prevista per il 1 settembre di ogni anno. E’ questa l’unica finestra disponibile coincidente con l’avvio dell’attività scolastica.

La cessazione dal servizio scatta quindi entro il 31 agosto per dimissioni o collocamento a riposo del dipendente in caso di sopraggiunti limiti di età.

Come e quando vanno in pensione gli insegnati

Premesso questo, docenti, dirigenti e personale Ata che intendono lasciare il servizio quest’anno devono presentare apposita domanda di cessazione dal lavoro al Ministero dell’Istruzione entro il 28 febbraio 2023. La richiesta è propedeutica alla domanda di pensione all’Inps.

Questo vale per tutti i dipendenti della scuola che intendono avvalersi della facoltà di uscita anticipata con Opzione Donna e Quota 103. Ma anche per chi può far valere le misure previdenziali il cui diritto è stato cristallizzato in precedenza (Quota 100, Quota 102, Opzione Donna 2022).

La procedura è valida anche per le altre forme di pensionamento anticipato, come Quota 41 per lavoratori precoci e Ape Sociale la cui domanda di pensione all’Inps va presentata entro il 31 marzo 2023. I requisiti devono essere centrati entro fine anno.

Per il personale docente, educativo, Ata e dirigenti scolastici, compresi gli insegnanti di religione, devono presentare richiesta di cessazione dal servizio esclusivamente online. Tramite la procedura web POLIS “istanze on line”, disponibile sul sito internet del Ministero dell’Istruzione.

La domanda di cessazione dal servizio è basilare per ottenere poi il pensionamento a partire dal 1 settembre 2023. Essa è subordinata al rilascio da parte dell’Inps della certificazione utile che consente il pensionamento del dipendente una volta accertati i requisiti.

Tutte le modalità di uscita nel 2023

Riepiloghiamo di seguito tutte le attuali modalità di pensionamento del personale scolastico per il 2023:

  • pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e 67 di età
  • pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e 67 di età nel regime contributivo puro con rendita non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale
  • pensione di vecchiaia con almeno 5 anni di contributi e 71 anni di età
  • pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne)
  • pensione anticipata a 64 anni di età con almeno 20 di contributi nel regime contributivo puro con rendita non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale
  • pensione in totalizzazione con 66 anni di età e 20 di contribuiti o 41 di contributi indipendentemente dall’età
  • pensione con Quota 100, Quota 102 per chi ha cristallizzato il diritto:
  • pensione con Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi)
  • Opzione Donna (60 anni di età e 35 di contributi)
  • Ape Sociale (63 anni di età e 36 o 30 di contributi)
  • Precoci (41 anni di contributi)

E’ previsto anche il collocamento a riposo d’ufficio qualora il personale scolastico raggiunga i 65 anni di età entro il 31 agosto 2023 ed entro tale data maturi il requisito contributivo previsto per la pensione anticipata. Ovvero se il personale scolastico compie entro il 31 agosto i 67 anni di età e abbia 20 anni di contributi. In questo caso la domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio non è contemplata.