In Italia oltre 3,6 milioni di persone prendono un assegno pensione inferiore ai 780 euro. Ma non basta per avere diritto alla pensione di cittadinanza. Guardando alla platea di beneficiari infatti i numeri calano drasticamente. Si scende a circa 500 mila aventi diritto. In media quindi un pensionato ogni sette di quelli che prendono una pensione al di sotto di 780 euro, riceveranno la pensione di cittadinanza. Com’è possibile: come si spiega questa forbice tanto ampia?A far pendere l’ago della bilancia così drasticamente sono gli altri requisiti economici previsti.
Non basta infatti che l’assegno mensile non superi i 780 euro.

Pensione di cittadinanza: i requisiti economici limitano troppo l’accesso?

Per avere diritto alla pensione di cittadinanza bisogna avere un Isee che non supera i 9360 euro e un patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) di valore inferiore a 30 mila euro e uno mobiliare eventualmente al di sotto della soglia di 6 mila. Inoltre è escluso chi nei sei mesi precedenti alla presentazione della domanda ha acquistato un auto di grossa cilindrata.

Sono in molti a ritenere che per i pensionati i requisiti siano troppo stringenti. La lettera di una lettrice ci invita a riflettere. Si può considerare ricco un pensionato che abbia sul conto risparmi pari a 50 mila euro? Evidentemente lo Stato non ha tenuto conto di alcune spese che possono subentrare con l’avanzare dell’età. Eppure basterebbe fare un giro in un giardino pubblico, sedersi su una panchina accanto ad un anziano e chiedergli in che modo pensa di spendere i risparmi sul conto. Le risposte più ricorrenti, da nord a sud, saranno le stesse: badanti o casa di riposo qualora non si sarà più autosufficienti e spese per il funerale. Ci sono pensionati che devono provvedere a questi costi da soli perché non hanno nessuno che si prende cura di loro ma anche genitori anziani che hanno messo da parte questa cifra perché non vogliono gravare per tali costi su figli o nipoti.

Si può considerare un lusso?