Una vita di sacrifici nel lavoro nei campi “ricompensata” da una pensione di 513 euro, circa il 30% in meno rispetto alla media dell’importo delle pensioni europee per il settore agricolo. Ma oltre al danno la beffa perché, stando ai dati raccolti dal patronato Inac-Cia in Puglia (e confermati a livello nazionale in Capitanata), una pensione su cinque nel settore agricolo è errata.

Per mettere in allerta i pensionati su questa situazione, dove CIA Agricoltori Italiani, Associazione Nazionale Pensionati (ANP) e Inac-Cia stanno portando in diverse città il progetto dal nome Occhio all’errore.

Pina Iannelli, direttore provinciale Patronato Inac-Cia per la Capitanata, ha spiegato di che errore sul calcolo pensione si tratta e come verificarlo: “il controllo avviene tramite lo screening dei dati per analizzare l’eventuale errore. Da quel momento in poi, Inac-Cia si fa carico, naturalmente, anche di attivarsi con l’Inps per recuperare gli arretrati in favore dell’avente diritto. Sono già diversi i casi in cui il patronato è riuscito a recuperare arretrati per somme che erroneamente non erano state corrisposte al pensionato. Proprio a Cerignola, grazie al patronato Inac Cia, due pensionati hanno recuperato ciascuno oltre 4mila euro di arretrati erroneamente non percepiti“.

Anche Matteo Valentino, responsabile dell’Associazione Nazionale Pensionati per la Capitanata, ha cercato di spiegare la portata del problema e la sua gravità: “in tutta la Puglia, i pensionati di ANP-Cia sono circa 20mila, di cui oltre 4mila in provincia di Foggia. Sono persone anziane, che hanno lavorato per una vita nei campi, fin da quando erano giovani. Hanno lavorato in ogni condizione climatica possibile: sotto il sole, controvento, con la pioggia e con il gelo. Nella maggior parte dei casi, si tratta di donne e uomini che percepiscono pensioni da fame”.

Gli obiettivi delle proteste dei sindacati del settore sono in primis l’aumento delle pensioni minime a 650 euro.

Inoltre si chiedono:

  • stabilizzazione della quattordicesima;
  • rivalutazione piena delle pensioni secondo il costo della vita;
  • riforma dell’opzione donna;
  • riconoscimento del lavoro usurante.