Ci sono misure e prestazioni che permettono ai lavoratori di accedere alla pensione in anticipo. Non bisogna attendere per forza di cose i 67 anni che restano l’età pensionabile della quiescenza di vecchiaia ordinaria. Spesso dipende dal lavoro che si svolge. Perché ci sono delle professioni considerate logoranti a tal punto da garantire un trattamento privilegiato quando si tratta di uscire dal lavoro. A memoria si può pensare subito ai lavori gravosi che consentono l’uscita con la quota 41 per i precoci, ma anche con l’Ape sociale.

Ma ce ne sono altri che consentono anticipi ben più profondi. Per esempio c’è chi grazie ad una vecchia norma può accedere alla pensione già a 61 anni e 7 mesi di età. Ripetiamo, svolgendo alcune particolari attività lavorative. E le stesse attività nella peggiore delle ipotesi, danno diritto ad anticipare sempre la pensione di vecchiaia di 5 mesi rispetto all’età ordinaria dei 67 anni.

Si esce dal lavoro prima se il lavoratore rientra in determinate tipologie di attività

Possibilità che riguardano davvero una moltitudine di lavoratori come dimostrano i tanti quesiti che ci arrivano in redazione. Molti dei quali fanno riferimento ad attività che particolari non possono essere considerate.

“Buonasera, mi chiamo Ernesto e sono un operaio. Ho 62 anni di età compiuti e oltre 35 anni di contributi. Sono addetto al montaggio dei sedili dei furgoni per una grande azienda italiana. Credo che la mia attività rientri nel cosiddetto scivolo per lavoro usurante. Ma non ho capito bene cosa significa che l’attività idonea al lavoro usurante deve essere una in cui operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Mi spiegate di cosa si tratta?”

“Salve, sono Mattia e lavoro in una fabbrica dove produciamo elettrodomestici. Dal forno a microonde al forno da incasso. Ho 66 anni di età compiuti ad aprile.

Il mio capo area mi dice che secondo lui vado in pensione quest’anno, perché per me l’età della pensione di vecchiaia alla luce dei 30 anni di lavoro che ho svolto, non è a 67 anni ma a 66 anni e 7 mesi. Vorrebbe assumere al mio posto suo nipote di 25 anni che ha terminato gli studi e mi sembra che abbia fretta di liberare il posto. Essendo l’operaio più anziano, credo che voglia disfarsi di me prima possibile. Ma non vorrei trovarmi senza lavoro e senza pensione.”

La pensione per gli usuranti: perché a volte anche un lavoro comune è utile allo scivolo

Ci sono valide possibilità di accelerare l’uscita dal mondo del lavoro semplicemente svolgendo delle attività che la normativa considera troppo faticose superata una certa età. La misura è lo scivolo usuranti. Una misura che permette di accedere alla pensione giù a partire dai 61,7 anni di età con almeno 35 anni di contributi versati. La misura comunque prevede il completamento della quota 97,6, dove sono valide anche le frazioni di anno. Significa che i 61,7 anni di età ed i 35 anni di contributi da maturare devono essere considerati come le due soglie minime di accesso alla quiescenza per usuranti. Ma chi crede che la misura sia dedicata esclusivamente agli addetti a lavori particolari come i minatori o i palombari, è fuori strada. Infatti la misura è perfettamente fruibile anche dagli operai addetti alla linea a catena per i quali operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Quali particolari attività danno diritto allo scivolo usuranti?

Naturalmente la misura è in deroga ai requisiti ordinari. L’elenco delle attività che darebbero diritto ad un anticipo di quiescenza che può arrivare come detto a superare i 5 anni è allegato al decreto legislativo n° 67 del 2011. Molte di queste attività sono davvero molto particolari e forse poco diffuse.

ma altre sono assolutamente comuni. La pensione usuranti infatti riguarda innanzi tutto gli addetti alle mansioni usuranti che si svolgono in:

  • gallerie;
  • cave;
  • miniere;
  • spazi ristretti e angusti;
  • cassoni ad aria compressa.

Poi ci sono attività altrettanto particolari quali:

  • palombari;
  • lavoratori del vetro cavo;
  • addetti all’asportazione e al trattamento dell’amianto;
  • lavoratori assoggettati ad esposizione ad alte temperature.

Notturni, autisti dei bus ma non solo, ecco le altre tipologie di attività per la pensione in regime usuranti

Stesso trattamento di pensionamento anticipato è destinato a chi svolge attività lavorative di notte. Infatti una particolare categoria a cui è concessa l’uscita con la quota 97,6 è quella dei lavoratori notturni. Parliamo di addetti che a prescindere dalla professione, svolgono lavoro in turni in cui sono comprese anche le notti, cioè le ore che vanno dalle 00:00 alle 05:00 del mattino seguente. Lavoro che deve essere svolto per almeno 64 notti all’anno per almeno 6 ore in quella fascia oraria. Oppure se è svolto per tutto l’anno di lavoro per almeno 3 ore in quella fascia oraria. In base al numero di notti effettivamente lavorate all’anno, cambia la quota di uscita e quindi anche l’età. Lo scivolo usuranti riguarda pure gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico purché di capienza complessiva non inferiore a 9 posti. Infine, scivolo usuranti anche per chi per lavoro è assunto con contratti nei quali operano, come dice uno dei nostri due lettori dei quesiti in premessa, le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Quali lavori sono quelli in cui operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro?

pensione

La definizione può dare luogo a dubbi e perplessità. Ma in termini pratici attività per le quali operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sono quelle collegate alla cosiddetta linea a catena. Lavoro da operaio per esempio, in fabbriche e con l’utilizzo di macchinari che rendono il lavoro ripetitivo ed identico nel tempo.

Lavoratori a turni nelle fabbriche che possono essere quelle dedite a:

  • Produzione di auto, camion, rimorchi e furgoni;
  • Produzione di prodotti dolciari;
  • Lavorazione e produzione di articoli con materiali fatti di resine sintetiche, materiali termoindurenti e simili;
  • Produzione di additivi per alimenti e bevande;
  • Produzione di elettrodomestici o di macchine per cucire sia casalinghe che industriali;
  • Lavorazione e produzione dei tessuti per capi di abbigliamento e vestiari in genere;
  • Produzione di climatizzatori e di altri apparecchi idonei al riscaldamento o alla refrigerazione;
  • Produzione di scarpe e calzature in genere.

Lo sconto di 5 mesi sull’età pensionabile

I lavori prima citati, cioè quelli che rientrano nello scivolo usuranti possono godere, se non soddisfano i vincoli dell’uscita con quota 97,6, con una pensione di vecchiaia di 5 mesi più favorevole. In pratica al posto di aspettare il compimento dei 67 anni di età che insieme ai 20 anni di contributi rappresentano la soglia della pensione di vecchiaia, possono lasciare il lavoro a 66 anni e 7 mesi. Ma solo a condizione di aver maturato 30 anni di contributi. Questo è ciò che prevede la normativa vigente, che per i lavori usuranti (ma anche per i gravosi), ha congelato l’età pensionabile a quella vigente fino al 2018. Niente scatto per l’aspettativa di vita a questi soggetti. Dal primo gennaio 2019 l’età pensionabile è salita di 5 mesi in virtù dell’aumento della vita media della popolazione come l’ISTAT certifica. Ma per chi svolge una di questa attività lo scatto non è stato applicato.