Salve, sono un autonomo nel campo delľ edilizia, con 40 anni di contributi, sono un precoce ma perché non posso usufruire di quota 41? Cosa cambia da operaio ad autonomo? Io lavoro insieme ai miei operai, grazie di una meritevole risposta.

La sua è una gran bella domanda. Molte volte ci siamo trovati a rispondere, con molto imbarazzo ai lavoratori autonomi che non potevano rientrare nella quota 41 dei lavoratori precoci, ma nel suo caso l’ingiustizia sembra ancora più palese.

Provo a spiegarle dal mio punto di vista quella che potrebbe essere la differenza tra un suo operaio e lei per l’Inps: un suo operaio è inquadrato come “operaio edile” e quindi rientra nel lavoro gravoso dipendente e proprio in virtù del suo inquadramento contrattuale può rientrare nei benefici previsti per i lavoratori precoci usuranti ed accedere alla quota 41.

Lei, molto probabilmente, essendo il datore di lavoro non ha un inquadramento da operaio e anche se lavora da operaio insieme ai suoi operai, agli occhi dell’Inps, è il “padrone” dell’azienda e quindi non svolge un lavoro usurante. Lo so che non è giusto nel suo caso, ma pensi anche ai casi di datori di lavoro che guardano i propri operai lavorare standosene in giacca e cravatta in ufficio.

La quota 41 nasce per tutelare quelle categorie di lavoratori svantaggiati e agli occhi del legislatore il lavoratore autonomo può accedervi solo qualora sia invalido o assista un familiare con handicap grave ai sensi della legge 104 articolo 3 comma 3. Questo quanto dice la normativa, io mi limito a riportarlo, non a dire che sia giusto oppure no, anche se capisco pienamente la sua situazione.

 

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