Buongiorno, vorrei sapere se avrò diritto alla pensione quota 41.

Ho cominciato a lavorare a 13 anni ma ho i contributi a partire dai 14 anni quindi contributi versati dal 01.01.1978.

I lavori gravosi li facevo a 13 anni in una industria metalmeccanica, saldatura, verniciatura, tornitura, fresatura, altro fino a 18 anni, poi le cose sono migliorate.

Questi sono i miei dati 19.02.1963.

Al momento ho 40,6 anni di contributi, ma è possibile che per prendere la massima debba fare 52 anni di contributi?

Mi sembra ingiusto che io non abbia avuto una infanzia e adesso non posso avere una vecchiaia da “libero pensionato”.

Grazie per qualsiasi informazione mi invierete.

 

Non so cosa lei intenda per pensione massima, ma cercherò di esporle quelle che sono le sue possibilità di pensionamento e le eventuali penalizzazioni cui va incontro.

Quota 41 precoci

Da una parte, avendo iniziato a lavorare a 13/14 anni, lei rientra in pieno diritto nei lavoratori precoci, ma non so se possa o meno fruire della quota 41 poiché il beneficio è riservato a determinate categorie di lavoratori, ovvero: disoccupati, invalidi, caregiver, usuranti e gravosi. Da quel che capisco lei vorrebbe rientrare nella quota 41 in qualità di lavoratore usurante o gravoso ma per poterlo fare ci sono dei requisiti da rispettare. Per i lavoratori usuranti sono richiesti almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa oppure almeno la metà di vita lavorativa svolta in tali attività. In qualità di lavoratore gravoso può accedere se ha svolto tali mansioni per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di attività o per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività. Se rientra in tali profili potrebbe accedere alla quota 41 con 41 anni di contributi se riesce a maturarli entro il 2018 o con 41 anni e 5 mesi se invece li matura dopo il 1 gennaio 2019.

Pensione anticipata tradizionale

Alla pensione anticipata tradizionale può accedere dal 2019 con 43 anni e 3 mesi di contributi indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni e, quindi, le mancherebbero ancora poco meno di 3 anni di contributi.

In questo caso otterrebbe la pensione piena, senza penalizzazione calcolata sui 43 anni e 3 mesi di contributi versati.

Pensione di vecchiaia

Se per pensione massima intende la pensione di vecchiaia, nessuno le impedisce di raggiungere i 67 anni di età lavorando e maturando i 52 anni di contributi. In questo caso la sua pensione sarà sicuramente più corposa ma non perché negli altri casi sarebbe penalizzata ma semplicemente perché avrebbe versato 10 anni di contributi in più che alzerebbero sensibilmente l’importo dell’assegno pensionistico. Nessuno, però, la obbliga a lavorare fino a 67 anni poiché anche la pensione anticipata le permette di avere un assegno pensionistico senza penalizzazioni.

Le differenze

L’importo dell’assegno pensionistico tra i tre tipi di pensionamenti dipende innanzitutto dai contributi versati e dal coefficiente di trasformazione che si alza con l’avanzare dell’età.

  • con la quota 41 il calcolo avverrebbe sulla base di 41 anni di contributi
  • con la pensione anticipata avverrebbe sulla base di 43 anni di contributi
  • con la pensione di vecchiaia sulla base di 52 anni di contributi

Ma deve tenere presente che anche i versamenti effettuati all’Inps sarebbero maggiori. E’ una valutazione che deve fare lei, ma tenga presente che sia con la quota 41 che con la pensione anticipata il suo assegno pensionistico non subirebbe alcuna decurtazione ed alcuna penalizzazione.

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