Pensione anticipata, qualche giorno fa ho risposto ad un quesito di un lettore che si trovava come tanti, in una situazione molto complessa, la risposta al suo quesito è in questo articolo:

Pensione anticipata a 63 anni nel 2019, disoccupato e partita IVA, cosa si può fare?

Dopo la risposta è seguita un’altra mail, ho chiesto al lettore l’autorizzazione a pubblicarla riservando i suoi dati personali per la privacy.

Gli ho chiesto la pubblicazione, perché il lettore aveva fatto delle considerazioni interessanti per poter manifestare come tanti i suoi diritti contro le tante ingiustizie.

Vediamo le considerazioni del nostro lettore.

Pensione anticipata, un diritto violato, contro la norme Costituzionali

Lei afferma:

Il lettore dopo aver usufruito della prestazione di disoccupazione spettante, ha aperto una Partita IVA come lavoratore autonomo “Titolare di impresa Com.” versando i contributi sul reddito minimale INPS.

L’apertura della partita IVA ha interrotto, anche se non ha prodotto redditi rilevanti (iscritto ancora nelle liste come disoccupato al Centro Impiego), il periodo temporale tra la prestazione della disoccupazione e la domanda di pensione.

E’ appunto su questo merito che vorrei scendere in campo con un ricorso o similare.

Quanto lei afferma è l’opinione comune dei patronati e dell’INPS, ma stia a sentire il mio ragionamento.

Rilevo preliminarmente che non sono Titolare di impresa commerciale ma semplicemente Consulente Commerciale.

COSTITUZIONE ITALIANA

Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.


È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Considerazioni

Dunque IL LAVORO è una sorta di DIRITTO/DOVERE ed è la base stessa della Repubblica Italiana.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto“.

E’ stato fatto dal Governo?? Basta guardare i valori del tasso di disoccupazione attuali per avere la risposta.

“COME CITTADINO E’ MIO DOVERE “svolgere, secondo le mie possibilità e la mia scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. In assenza di Governo devo COMUNQUE seguire i dettami della Costituzione.

Ora se io come disoccupato cerco di svolgere attività autonome a sostegno della mia condizione economica e comunque a favore del progresso materiale o spirituale della società ed in questa operazione NON GARANTITA DA ALCUN LAVORO FISSO IN QUANTO LA CRISI NON LO PERMETTE (e anche la mia età di 61 anni) non ottengo risultati adeguati NON POSSO SENTIRMI DIRE DA UNA AUTORITA’ CIECA CHE SONO OCCUPATO … NON E’ VERO!

Specifico sotto i miei ricavi e i miei costi.

Anno 2014 ricavi 8000 imponibile fiscale 2200 costo contributi INPS 3543

Anno 2015 ricavi 1900 imponibile fiscale zero costo contributi INPS 3613

Anno 2017 ricavi 2000 imponibile fiscale zero costo contributi INPS 3683

Al di là dei costi sostenuti come vede i ricavi sono stati ampiamente assorbiti dalla contribuzione INPS che mi ha permesso comunque di maturare 3 anni di anzianità.

NON FACCIO COMMENTI

LA SUDDETTA AUTORITA’ CIECA rimuove COSI’ gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese? promuove COSI’ le condizioni che rendano effettivo questo diritto (al lavoro)?

QUESTA AUTORITA’ E’ PALESEMENTE ANTICOSTITUZIONALE NEL NEGARE L’APE SOCIAL AD UN CITTADINO COLPITO DAL LICENZIAMENTO E CHE NON AIUTATO DA ALCUNO HA CERCATO COMUNQUE DI ADEMPIERE AL SUO DOVERE COSTITUZIONALE.

Vi fosse riuscito con successo o almeno con un minimo di introito tale da campare NON CHIEDEREBBE L’APE SOCIAL.

Ma non c’è riuscito … e purtuttavia il suo dovere costituzionale non lo ha dimenticato … E’ QUESTO IL PREMIO?

Va infine rilevato che il dettato di legge prevede che la persona:

si trovi in stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 19, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, della legge 15 luglio 1966, n. 604“.

In merito tale art. 19 recita “Sono considerati disoccupati i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro di cui all’art. 13, la propria immediata disponibilita’ allo svolgimento di attivita’ lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego.

E questo è appunto il mio caso … le consulenze sono state sporadiche e poco significative ed io non ho mai cessato di mantenere la mia iscrizione e la mia disponibilità al Centro per l’Impiego, cosa che può ovviamente essere facilmente verificata.

Avrei immenso piacere che mi desse un parere personale e soprattutto che MI INDICASSE CHI IN ITALIA PUO’ AIUTARMI PER IMPOSTARE UN RICORSO O PROCEDURA SIMILARE.

Questo è la storia del nostro lettore, storia purtroppo comune a tanti, che si trovano in un’età di pensionamento, senza lavoro perché nessuno li assume alla loro età e senza pensione, perché le norme con tutti i vincoli inseriti, non lo permettono.

Purtroppo non so cosa dire al nostro lettore e non so a chi si possa rivolgere, credo un avvocato competente in materia lavoro, una persona che prenda a cuore il suo caso e si batta per i diritti di tutti i lavoratori, il nostro lettore sarebbe da esempio in questa Italia dove regna il caos delle norme.

Leggi anche: Pensione: la disperazione di chi anche avendo i requisiti si trova dormire in auto (lettera aperta)

Invalidità, una mamma che lotta per suo figlio contro i cavilli delle istituzioni (lettera aperta)

Se vuoi raccontare le ingiustizie subite, se hai domande o dubbi, contattami:

[email protected]