Pensione anticipata a 60 anni, il quesito di un nostro lettore:

Gentile Angelina sono nato a settembre del 1958, dall’aprile del 1983, con decorrenza economica, sono dipendente civile del ministero della difesa in servizio permanente attualmente ancora in servizio, decorrenza giuridica da gennaio 1983. A settembre 2017 tramite patronato INAS ho fatto richiesta all’INPS del riscatto ai fini contributivi di tale periodo, da decorrenza giuridica ad economica, di cui non ho ancora ricevuto nessuna comunicazione dalla sede INPS competente nonostante 2 solleciti.

A questo periodo contributivo vanno aggiunti:
anni 1 di servizio militare;
anni 1 di scuola allievo operaio (periodo già riscattato);
mesi 1 e giorni 18 contributi in agricoltura (già ricongiunti);
anni 4 e circa 6 mesi di lavorazioni nocive pari ad 1/4 delle giornate lavorate art.25 L.1092/73 già riconosciute; da aggiungere anno 2017 di cui ho già fatto richiesta ad amministrazione di competenza, approssimativamente sui 40 giorni;

Riscattando il periodo da dec. giuridica ad economica, secondo i miei calcoli al 31/12/2018 mancano solo alcuni giorni al raggiungimento di anni 42 e 10 mesi per aver diritto alla pensione anticipata con età anagrafica di 60 anni.

Leggendo articoli vari su pensioni lavoratori precoci, faccio presente che usufruisco di legge 104 (3 giorni di permesso mensile per disabilità al 100%di mia madre di 86 anni vedova) non nello stesso nucleo familiare per motivi fiscali ma abitiamo allo stesso numero civico;

Un articolo parlava di rendita integrativa temporanea anticipata (RITA); considerato che dal 01/01/2019 il diritto di andare in pensione si allunga di ulteriori 5 mesi e considerato la confusione di notizie in circolazione, chiedo a Lei se c’è possibilità di andare in pensione entro il 31/12/2018. Cordialmente ringrazio. Buon pomeriggio.

Risposta

Analizziamo nel dettaglio le varie possibilità, partendo dai benefici lavoratori precoci, RITA e per finire la pensione anticipata.

Pensione Quota 41 lavoratori precoci

I lavoratori precoci devono possedere almeno un anno di contributi versati prima del compimento del 19° anno di età, inoltre si devono trovare nelle seguenti categorie di tutela:

  • Dipendenti che hanno perso il lavoro involontariamente, e che da tre mesi non percepiscono la NASPI;
  • Lavoratori dipendenti e anche lavoratori autonomi, che da circa 6 mesi assistono il familiare con handicap grave ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3 (Caregiver)
  • Lavoratori con una disabilità accertata superiore o uguale al 74%;
  • Dipendenti che svolgono un lavoro usurante
  • Dipendenti che svolgono un lavoro gravoso

Alcuni requisiti possono essere valutati in via prospettica, e sono:

  • 41 anni di contributi;
  • i 3 mesi di inoccupazione successivi al percepimento della Naspi;
  • per i lavoratori usuranti almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro prestato, oppure metà della via lavorativa nella mansione usurante;
  • per i lavoratori che svolgono una mansione gravosa, i 6 anni di lavoro prestato in via continuativa.

Assistenza familiare con handicap grave

L’INPS nelle faq risponde con il seguente quesito per assistenza a soggetto con handicap grave.

Domanda: Per accedere al beneficio occorre presentare la documentazione, specificata nell’apposito paragrafo delle relative circolari INPS, ma è necessario aver goduto dei permessi 104 e/o di congedo straordinario per l’assistenza al disabile?

Risposta: Il soggetto che presenta la domanda di riconoscimento delle condizioni per l’accesso al beneficio lavoratori precoci deve assistere e convivere con il familiare con handicap grave da almeno sei mesi. Non è necessario aver goduto dei permessi della Legge 104/1992 e/o di congedo straordinario per l’assistenza al disabile ai fini del riconoscimento del beneficio.

Domanda: si chiede se ai fini dell’accesso a pensione con il requisito previsto per i lavoratori precoci per i soggetti rientranti nella condizione di cui alla lettera b) rilevi la circostanza che altro soggetto familiare goda dei permessi giornalieri previsti, ovvero del congedo straordinario, per l’assistenza dello stesso familiare in stato di handicap grave.

Risposta: la Circolare INPS n. 99 del 2017 non richiede la fruizione effettiva dei permessi indicati nella legge 104, ma l’assistenza e convivenza con soggetto con handicap in situazione di gravità.

Pensione e requisito di convivenza per l’assistenza del familiare disabile

La normativa sulla convivenza è chiara: “lavoratori dipendenti ed autonomi che assistono al momento della richiesta e da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità “.

Ma come si dimostra la convivenza? L’INPS, con il messaggio n. 19583 del 2 settembre 2009 stabilisce che, alla luce della necessità di una assistenza continuativa, per convivenza si deve fare riferimento, in via esclusiva, alla residenza, luogo in cui la persona ha la dimora abituale (articolo 43 del Codice Civile).

Riassumendo, se lei ha lavorato prima del compimento dei 19° anno di eta, nel quesito non si evince, può fare richiesta di pensionamento con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età, in quanto assiste un familiare con handicap in situazione di gravità da più di sei mesi. Resta comunque la residenza anagrafica della persona che si assiste, quindi dovrebbe considerare di spostare la residenza di sua madre presso di lei o viceversa. In riferimento alla coabitazione con il familiare disabile, questa è prevista nel caso del congedo straordinario, nel caso del beneficio per i lavoratori precoci non viene menzionata, quindi non trovando riferimenti normativi, consiglio di chiedere direttamente all’ente.

Pensione anticipata RITA

Alla Rita possono accedere sia i lavoratori del settore privato che i lavoratori del settore pubblico purché abbiano aderito a piani individuali pensionistici o fondi pensione, con la sola esclusione  degli aderenti ai fondi preesistenti.

Per aderire alla Rita, bisogna essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • il lavoratore deve cessare l’attività lavorativa;
  • richiesta un’età anagrafica con un anticipo di cinque anni dalla pensione di vecchiaia
  • requisito di minimo 20 anni di contributi di cui almeno 5 versati in fondo pensione

Per i lavoratori disoccupati da lunga durata

  • il lavoratore deve cessare l’attività lavorativa;
  • richiesta un’età anagrafica con un anticipo di cinque anni dalla pensione di vecchiaia
  • requisito di minimo 20 anni di contributi di cui almeno 5 versati in fondo pensione
  • disoccupato da almeno 24 mesi

Nel suo caso può accedere alla RITA, ma poi l’accompagnerebbe fino all’età pensionabile che non è quella dell’età della pensione anticipata, ed esattamente per il 2019 con l’adeguamento di vita salirà a 67 anni, mentre per la pensione anticipata saranno necessari 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

Questo è dovuto all’innalzamento dell’aspettativa di vita di cinque mesi confermata dall’ISTAT.

Pensione anticipata RITA a 61 anni, i vantaggi ad uscire prima

Pensione anticipata

Requisiti per accedere alla pensione anticipata:

Per i lavoratori con primo accredito contributivo anteriore al 1.1.1996, indipendentemente dall’età 

Uomini: 42 anni e 10 mesi per gli anni dal 2016 al 2018;  Donne: 41 anni e 10 mesi per gli anni dal 2016 al 2018.

Per i lavoratori con primo accredito contributivo a partire dal 1.1.1996

Compimento di almeno 63 anni di età con almeno 20 anni di contributi effettivi.

Conclusioni

Le consiglio di vedere se può coprire con i contributi volontari qualche buco contributivo nella sua posizione, tipo il passaggio tra una diversa posizione lavorativa, in modo da poter accedere entro il 31 dicembre 2018 alla pensione anticipata. Si rivolga al patronato e veda con loro se effettuare il versamento dei contributi volontari per i giorni mancanti al raggiungimento del requisito contributivo.

Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]

“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti”