Buonasera direttore,

mi rivolgo a lei per avere qualche chiarimento in più riguardo alla mia pensione futura.

Sono una donna di 59 anni con 32.5 di versamenti, attualmente sono disoccupata, perché nel gennaio 2006, dopo un accordo sindacale ho fatto parte di una riduzione del personale della mia azienda privata. L’accordo prevedeva due anni di mobilità e comunque ho dovuto firmare e aderire all’accordo, quindi mi sono trovata senza lavoro. Da allora non ho più trovato una ricollocazione, ma avendo il mio buon numero di versamenti, sinceramente pensavo di poter raggiungere  la mia pensione nei tempi ante Fornero.
La domanda che le pongo è se nella mia situazione esiste, ad oggi, qualche formula per poter andare in pensione, visto che non percepisco redditi da ormai 12 anni, senza dover aspettare i 67 anni e più… 
Spero cambi qualcosa o sia in procinto di cambiare, perché non può esistere che avendo come versamenti più del minimo ed essendo disoccupata debba comunque aspettare tutti questi anni. 
Mi scusi lo sfogo e attendo con pazienza una sua risposta in merito alla mia domanda. 
La ringrazio fin da ora
Cari saluti

Con la sua età e la sua anzianità contributiva non vedo grosse soluzioni a parte la Rita, se ha un fondo previdenziale integrativo.

Per i lavoratori disoccupati, infatti, vi è la possibilità di accedere alla Rita anche 10 anni prima del compimento dell’età della pensione di vecchiaia se privi di occupazione da almeno 24 mesi.

Per approfondire sulla RITA leggi anche:Pensione anticipata RITA a 61 anni, i vantaggi ad uscire prima

Altra possibilità potrebbe essere rappresentata dall’Ape sociale, se prorogata e resa strutturale con la legge di Bilancio di fine anno, al compimento dei 63 anni di età, ma in quel caso dovrebbe attendere almeno 4 anni.

Un’alternativa per percepire redditi, se non dovesse rientrare in nessuna delle due misure, potrebbe provare a vedere se rientra nel REI, una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica.

I cittadini possono richiederlo dal 1° dicembre 2017 presso il Comune di residenza o eventuali altri punti di accesso che verranno indicati dai Comuni. Il REI si compone di due parti.

Fino a luglio sono richiesti sia requisiti familiari che economici, a partire da luglio 2018, invece, soltanto quelli economici.

REI, requisiti familiari

Il nucleo familiare deve trovarsi in almeno una delle seguenti condizioni:

  • presenza di un minorenne;
  • presenza di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore o un suo tutore;
  • presenza di una donna in stato di gravidanza accertata (nel caso in cui sia l’unico requisito familiare posseduto, la domanda può essere presentata non prima di quattro mesi dalla data presunta del parto e deve essere corredata da documentazione medica rilasciata da una struttura pubblica).
  • presenza di una persona di età pari o superiore a 55 anni che si trovi in stato di disoccupazione*.

Rei requisiti economici:

Il nucleo familiare deve essere in possesso congiuntamente di:

  • un valore ISEE in corso di validità non superiore a 6mila euro;
  • un valore ISRE (l’indicatore reddituale dell’ISEE, ossia l’ISR diviso la scala di equivalenza, al netto delle maggiorazioni) non superiore a 3mila euro;
  • un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro;
  • un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10mila euro (ridotto a 8 mila euro per la coppia e a 6 mila euro per la persona).

    Per dubbi e domande contattami: [email protected]

    Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.