Tra le novità del 2023, anche se non è una cosa nuova al 100% c’è senza dubbio l’Ape sociale. Infatti la pensione a partire dai 63 anni di età viene ripristinata, o meglio, prorogata oltre la sua scadenza del 31 dicembre 2022. Dal prossimo primo gennaio 2023 e per tutto l’anno venturo anche l’Anticipo pensionistico sociale sarà una misura perfettamente utilizzabile da chi intende accedere alla pensione prima. L’intero apparato normativo della misura rimane inalterato. E questa è senza dubbio una notizia visto che per esempio su Opzione donna il Governo Meloni intende cambiare requisiti e platee dei beneficiari.

Resta tutto come lo conosciamo adesso quindi, comprese alcune maggiorazioni contributive destinate a determinate categorie di lavoratrici che spesso vengono sottovalutate o sono sconosciute.

“Buonasera, mi chiamo Roberta, segretaria d’azienda e receptionist con una carriera lunga 28 anni. Ho 62 anni di età compiuti a giugno. 5 anni fa ho vinto una battaglia contro una malattia. Ho lavorato comunque, nonostante sia stata riconosciuta invalida al 74%. I miei figli mi dicono che sono troppo anziana per lavorare. E vorrebbero che dicessi basta. Ma non lascio fino a quando non posso avere accesso alla mia pensione. Allo stato attuale delle cose e con le novità 2023, secondo voi quando potrei pensionarmi?”

Ape sociale 2023, come funziona la proroga?

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Iniziamo con il dire subito alla nostra lettrice che, in base alle sue informazioni, dovrebbe poter andare in pensione nel 2023. Questo perché tra le novità del governo c’è l’estensione di una misura che sembrava dovesse chiudere i battenti il 31 dicembre 2022 e che invece viene di fatto viene prorogata fino al 31 dicembre 2023. Proroga e conferma, perché non cambiano i requisiti che pertanto aprono le porte al pensionamento alla nostra lettrice. Ma la possibilità per lei nasce solo sfruttando un bonus destinato a contribuenti e con determinate condizioni. Proprio come lo è la nostra lettrice che è invalida e che ha avuto figli nelle sua vita.
Infatti senza questi due fattori non avrebbe accesso alla misura nel 2023.

La pensione anticipata 2023 a 63 anni e perché c’è chi gode di un vantaggio contributivo

Uscire dal lavoro ancora una volta con l’Anticipo pensionistico sociale sarà possibile. E serviranno come al solito 36 anni di contributi versati per i lavori gravosi, a esclusione di edili e ceramisti per i quali ne serviranno 32. E poi basteranno 30 anni di contributi versati per disoccupati, caregivers e invalidi. Per gli invalidi serve il 74% almeno di disabilità certificata. Ai caregivers invece occorre che l’assistenza al parente disabile sia partita da non meno di 6 mesi. Per i lavori gravosi tali mansioni logoranti devono risultare svolte in 6 degli ultimi 7 anni di carriera o alternativamente, in 7 degli ultimi 10. La nostra lettrice però ha da poco completato i 28 anni di contributi versati e non svolge nemmeno un lavoro gravoso. Pertanto, a vederla così, non dovrebbe poter rientrare nella misura.

Fino a massimo 2 anni in meno di contributi per la pensione con l’Anticipo pensionistico sociale

Ma dal momento che ha una invalidità certificata dalla commissione medica per gli invalidi civili delle ASL, ha diritto al trattamento proprio perché ha il 74% almeno di disabilità certificata. Ma ciò che la avvantaggia, non avendo 30 anni di contribuzione versata, è il fatto che ha avuto più figli. Infatti per le lavoratrici madri il requisito contributivo dell’Ape sociale viene abbattuto di un anno per ogni figlio avuto entro un massimo di due di riduzione del tetto contributivo. Quindi, per lei bastano 28 anni di contributi come ne basterebbero 30 per chi magari fa la ceramista o 34 per tutti gli altri lavori gravosi previsti come utili al trattamento di Anticipo pensionistico sociale.