Tra vecchie misure, Legge Fornero, ipotesi di riforma e strumenti pensionistici che scompaiono, molti lavoratori brancolano nel buio in vista del 2023. Ad oggi ci sono molte certezze e tante ipotesi su come potranno andare in pensione i lavoratori nel 2023. Ci sono delle età però che lasciano maggiori dubbi di altre perché spariranno alcune misure pensionistiche oggi vigenti e su cui serpeggiano dubbi sulla loro conferma.  

“Buonasera, sono Mario, dipendente di una nota catena di supermercati. Faccio il magazziniere e a febbraio 2023 compio 63 anni di età.

Sono anche invalido al 68% e lavoro da quando avevo 22 anni. Infatti ho accumulato 38 anni di contributi a giugno 2022, data in cui si ferma il mio estratto conto contributivo INPS. Sto ancora lavorando comunque. Inoltre a casa vivo con i miei genitori, tra cui mio padre, invalido grave su cui sfrutto i benefici dei permessi per la Legge 104. Mi chiedevo se nel 2023 potrà sfruttare qualche misura pensionistica. Non capisco se ci sono possibilità. Vi chiedo semmai di indicarmi, anche approssimativamente, quando potrò andare in pensione.” 

 

A 63 anni di età la pensione può diventare realtà, ma dal 2023 potrebbe essere più difficile 

pensioni

Avesse compiuto 63 anni di età già nel 2022 per il nostro lettore avremmo immediatamente detto che poteva rientrare, forse, nell’Ape sociale. Bisognava però verificare se il suo lavoro, come codice Ateco, rientrava tra quelli di lavoro gravoso che permettono il pensionamento con l’Ape sociale. Infatti la misura prevede l’uscita a partire dai 63 anni di età con 36 anni di contributi per lavoro gravoso. Come invalido no, dal momento che una disabilità come quella citata dal lettore, cioè del 68% non apre le porte a pensionamenti di alcun genere. Con l’Ape sociale poteva sfruttare anche la presenza del padre disabile grave in casa. Infatti se l’assistenza del suo parente disabile era partita da almeno 6 mesi, l’Anticipo pensionistico si può sfruttare sempre dai 63 anni ma con 30 anni di contributi e non 36.

La misura nel 2023 non ci sarà più, almeno al momento. Infatti fu prorogata con l’ultima Legge di Bilancio ma solo fino al 31 dicembre 2022.  

 

L’Ape sociale nel 2023? L’ipotesi proroga regge 

Al momento quindi il nostro lettore non ha molte alternative se non attendere il 2027 per andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia. Più o meno infatti anche la prosecuzione della sua attività di magazziniere lo porterebbe intorno ai 67 anni di età per completare i 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata ordinaria. Se invece l’Ape venisse prorogata, tutto cambierebbe e gli scenari sarebbero differenti anche per lui. Soprattutto se la misura resterà invariata come età minima di uscita e magari con una estensione di platee di lavoro gravoso previste. La conferma dell’Ape sociale nel 2023 è una ipotesi che come logica non è difficile da mettere in atto. Nulla di più facile che confermare misure già attive in una fase come questa, che vedrà il nuovo Governo avere pochi giorni per presentare la Legge di Bilancio. La manovra finanziaria infatti deve essere approvata entro la fine dell’anno per entrare in vigore dal primo gennaio successivo. E un governo che ancora non è nato avrà davvero pochi giorni per approntare la manovra. Nuove misure previdenziali da varare, come quelle di cui si parla, sono difficili. Ecco perché per il lettore le speranze non devono scomparire, perché appare probabile che nel pacchetto pensioni della manovra finanziaria del Governo verrà prorogata la misura.