Più passa il tempo maggiori sono i desideri dei pensionati italiani che sognano di lasciare l’Italia per godersi la pensione all’estero. Non tanto perché il nostro Paese sia brutto o si viva male, anzi, tutt’altro.

Il problema è diventato, anche per colpa del covid, un altro: il costo elevato della vita. La pressione fiscale da un lato, e i salari che non crescono dall’altro, stanno spingendo molti pensionati a considerare di trasferirsi all’estero. Laddove il fisco è meno accanito con le pensioni.

Le mete preferite

Non c’è dubbio che le mete preferite dagli italiani siano i Paesi caraibici o del Sud America, dove si possa anche svernare comodamente. Tuttavia, tra le mete preferite dai pensionati italiani in cerca di un “buen retiro” ci sono: il Portogallo, Cipro, Malta, Spagna, Tunisia e i Paesi dell’Europa dell’Est come Romania, Bulgaria o Croazia.

I motivi che spiegano questo tipo di scelta sono in sostanza di tipo economico e logistico. Il motivo economico è presto spiegato. In questi Paesi si pagano tasse molto basse e il costo della vita è inferiore a quello dell’Italia.

A ciò, poi, si somma il fatto che alcuni Paesi, per attrarre pensionati dall’estero hanno impostato una politica fiscale molto generosa nei confronti dei nuovi residenti. Per esempio in Portogallo per i primi 10 anni i ‘residenti non abituali’ pagano solo il 10% di imposte sul reddito. In Bulgaria l’esenzione dalle imposte per i nuovi residenti pensionati è totale e senza limiti di tempo. A Cipro l’aliquota d’imposta è solo del 5%, così come in Tunisia.

Le ragioni logistiche

Sulla destinazione incidono anche le ragioni logistiche. Scegliere un Paese europeo piuttosto che sudamericano o caraibico ha i suoi vantaggi. Il Covid ha, poi, indotto molti pensionati ad abbandonare mete extra continentali, magari più a rischio. Stati come Cipro o il Portogallo sono molto vicini all’Italia, come sanità, cultura, alimentazioni e abitudini.

Questo consente a chi decide di fare la valigie e lasciare l’Italia  di potersi adattare senza particolari difficoltà al loro stile di vita. Ma anche di poter tornare in Italia più spesso per fare visita ad amici e parenti senza affrontare lunghi e costosi voli.

Anche la lingua, spesso, fa parte dello stesso ceppo linguistico dell’italiano (specie nel caso di portoghese, spagnolo e romeno). Un dettaglio da non trascurare se si decide di trasferirsi all’estero.