La rivalutazione delle pensioni 2023 subisce ritardi. I tanto attesi aumenti previsti dal 1 gennaio sono slittati a marzo. Lo precisa l’Inps in una noto con la quale fa riferimento a questioni tecniche che richiederebbero più tempio del solito. Anche perché la Legge di bilancio che contiene gli incrementi è stata approvata solo a fine dicembre 2022.

Tempi tecnici, burocrazia e passaggi di carte da un ministero all’altro prima di dare il via libera ai pagamenti. Finora hanno ricevuto i soldi della rivalutazione (+7,3%) i pensionati con assegni fino a 2.101,52 euro al mese.

Tutti gli altri dovranno attendere ancora un po’.

Aumenti pensione da marzo

Le pensioni saranno quindi adeguate al tasso d’inflazione 2022 a partire dal mese di marzo. Ma non tutte, solo quelle sopra quattro volte l’importo del trattamento minimo. Queste – lo ricordiamo – sono già rivalutate al 1 gennaio 2023.

Dal 1° gennaio – si legge in una nota – l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a euro 2.101,52 euro (quattro volte il trattamento minimo)”.

Dal 1 marzo 2023, quindi, tutti i pensionati potranno godere la tanta agognata rivalutazione, anche se per molti sarà limitata in base alle fasce stabilite dal governo. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.

La rivalutazione a metà

Riassumendo, quindi, chi percepisce pensioni fino a 2.101,52 euro di importo lordo non vedrà ulteriori aumenti a febbraio perché i loro assegno sono già stati incrementati dal 1 gennaio (circolare n. 135 del 22 dicembre 2022) recependo le disposizioni del Mef dello scorso mese di novembre.

Chi, invece, percepisce importi di pensione superiori si vedrà accreditare i rispetti adeguamenti previsti a partire da marzo 2023, ma non nella misura piena del 7,3%.

Le nuove fasce reddituali prevedono infatti una rivalutazione parziale degli assegni sopra 4 volte l’importo del trattamento minimo di pensione, secondo le schema seguente:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo;
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo;
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo;
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo;
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo.

Nel frattempo è sempre possibile consultare il secondo rateo di pensione 2023 accedendo al cedolino di febbraio. Da lì si può già capire chi ha percepito gli aumenti e chi li deve ancora prendere.