Aumentano le attività produttive nel terzo trimestre 2020. Complice il rallentamento dell’emergenza sanitaria e la necessità di esercitare nuove attività di vendita a distanza, le partite iva individuali e non sono cresciute.

La vendita online è infatti la più gettonata dai nuovi esercenti. Il futuro, del resto, è la vendita a distanza, l’e-commerce, quello che prevede sostanzialmente l’uso di moneta elettronica e la possibilità di farsi recapitare a casa gli acquisti. In questo senso sta esplodendo letteralmente anche il servizio di consegne pasti a domicilio, con le società di delivery in prima fila, ma anche nuovi e piccoli imprenditori che si stanno dando da fare per lavorare in un settore che offre margini di guadagno.

Riprendono le attività nel terzo trimestre

Nel terzo trimestre del 2020 sono state aperte 104.904 nuove partite Iva con un incremento di circa il 3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Da segnalare il consistente aumento rispetto al trimestre precedente (+10,2%) che evidenzia una consistente ripresa dopo il periodo di lockdown.

Lo rende noto il Ministero dell’economia e delle Finanze (Mef) tramite l’osservatorio sulle partite Iva del terzo trimestre 2020. La distribuzione per natura giuridica mostra che il 71,1% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,9% da società di capitali, il 3% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente il 4% del totale delle nuove aperture.

Partite Iva: +10% aperture nel terzo trimestre

Rispetto al terzo trimestre del 2019, persone fisiche e società di capitali evidenziano moderati aumenti (rispettivamente +1,2% e +4,6%), mentre le società di persone accusano un calo del 3,8%; da rimarcare il forte aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti (+40,3%), legato alla crescita del settore delle vendite on-line.

Riguardo alla ripartizione territoriale, il 43,8% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,7% al Centro e il 33,9% al Sud e Isole.

Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Valle d’Aosta (+16,8%), in Calabria (+11,9%) e in Basilicata (+11,8%). Le diminuzioni più consistenti nelle Marche (-5,8%), in Piemonte (-4,4%) e Liguria (-3,1%).

Crescono le attività commerciali

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite Iva. Con il 21,5% del totale, seguito dalle attività professionali (15,2%) e dalle costruzioni (10,1%). Rispetto al terzo trimestre del 2019, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nella sanità (+23,6%) evidente effetto della crisi sanitaria in corso. Ma anche nelle attività finanziarie (+16,7%) e nell’agricoltura (+13%). I cali di aperture più rilevanti si registrano nei settori che più hanno risentito della crisi Covid. Attività artistiche e sportive (-19,4%), alloggio e ristorazione (-13,1%), e istruzione (-12,3%).

Quasi la metà aderiscono al regime forfettario

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, con la quota maschile al 63,1%. Il 49,2% delle nuove aperture è avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,8% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni.

Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno solo la classe più giovane risulta in attivo di avviamenti (+8,2%) e all’aumentare dell’età degli avvianti i cali sono progressivamente più consistenti (-9,5% per la classe più anziana). Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 21,8% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero, percentuale in aumento rispetto al passato.

Nel periodo in esame, 48.068 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 45,8% del totale delle nuove aperture, con un decremento del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.