Stando agli ultimi aggiornamenti Istat scende il numero di partite IVA ordinarie e cresce l’apertura di quelle agevolate in regime forfettario. Molti, soprattutto ad inizio attività, rientrano nel reddito massimo consentito da questi regimi fiscali; altro punto di vantaggio del forfettario è rappresentato dalla possibilità di non rivolgersi al commercialista. Ma è veramente un vantaggio? Quanto si risparmia?

Partita IVA senza commercialista: il regime agevolato diventa complicato?

Tecnicamente chi apre una partita IVA in regime forfettario può fare a meno del commercialista: ma gestire scadenze e adempimenti fiscali da soli è veramente cosi semplice anche nel regime agevolato?

Come si apre la partita IVA agevolata senza commercialista

La procedura per l’apertura della partita IVA agevolata può essere fatta online oppure presso gli uffici delle Entrate tramite Modello AA9/12 in cui andranno inseriti

• i dati relativi al soggetto d’imposta, ovvero chi apre la partita IVA;
• i dati dell’attività;
• i dati del titolare;
• i dati del rappresentante legale se presente;
• i dati di operazioni straordinarie eventualmente previste;
• i soggetti depositari dei documenti;
• eventuali attività ulteriori.

Ci sono poi altre caselle in cui vanno specificati determinati dati, anch’essi non secondari. In questo contesto segnaliamo l’importanza del codice ATECO. Da questo dipende gran parte della fiscalità nel regime forfettario.

La procedura di apertura partita IVA termina qui per i liberi professionisti. La ditta individuale invece, fornendo attività prevalentemente manuale, deve anche inviare richiesta di iscrizione al Registro Imprese, l’iscrizione alla Gestione INPS artigiani-commercianti per l’apertura della posizione previdenziale e l’iscrizione all’INAIL alla Camera di Commercio. Occorre stabilire la cassa di previdenza a cui fare riferimento per versare i contributi.

Partita IVA senza commercialista: la dichiarazione dei redditi e il calcolo delle tasse da pagare

Fin qui abbiamo visto solo la procedura di apertura della partita IVA. Senza commercialista bisogna occuparsi in prima persona anche delle scadenze dei versamenti fiscali, così come risultanti dalla dichiarazione dei redditi.

Le tasse si pagano in rapporto al fatturato: nel regime forfettario ammontano al 5% nei primi 5 anni e il 15% negli anni successivi e vengono calcolate sui ricavi, al netto della previdenza saldata. Errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi possono comportare l’applicazione di sanzioni amministrative anche care e che, a conti fatti, annullano di gran lunga il risparmio per l’onorario del commercialista. Tanto più che, proprio perché gli adempimenti burocratici per minimi e forfettari sono semplificati, spesso gli studi commercialisti offrono tariffe vantaggiose per questi contribuenti rispetto a chi ha la partita IVA ordinaria.