E’ attesa come una vera e propria rivoluzione fiscale quella che attende il popolo a partita IVA dal 2021: le tasse per chi lavora a partita IVA si verseranno tramite rate mensili, senza saldi e acconti per l’anno prossimo come si è fatto finora. Può sembrare una differenza di poco conto o solo formale ma, chi è titolare di una partita IVA, sa che non è così. Ecco perché la semplificazione è richiesta da tempo. Vediamo come funzionava il sistema e che cosa cambierà dal prossimo anno.

Tasse per i lavoratori a partita IVA: addio saldo e acconto, dal 2021 rate mensili

Il sistema attuale prevede saldi per l’anno di imposta e acconti per l’anno successivo.

Questi ultimi saranno una sorta di previsione che, inevitabilmente, genererà debiti o crediti per l’anno seguente perché difficilmente la previsione potrà essere esatta fino all’ultimo centesimo. Molte attività però, prevedono di anno in anno oscillazioni nelle entrate anche importanti e questo potrebbe determinare una differenza di marginale pesante da gestire per chi ha poca liquidità.

La proposta di riforma fiscale in analisi si deve a Ernesto Maria Ruffini: il direttore dell’Agenzia delle Entrate si basa appunto su una cash flow tax. La novità potrebbe entrare in vigore con la legge di Bilancio che si attende per la seconda metà del mese di ottobre. Mai come in questo periodo post Covid, è innegabile quanto autonomi e titolari di impresa necessitino di liquidità mensile per investimenti etc. In questo modo si garantirebbe questo effetto per via del ridimensionamento dell’accumulo del credito d’imposta.

L’importo dei prelievi mensili sarebbe calcolato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, evitando il farraginoso sistema di saldi e acconti. L’ideale sarebbe operare con prelievi a cadenza mensile ma, sempre senza meccanismo di saldo e acconto, le rate potrebbero anche essere eventualmente bimestrali o trimestrali.

Lo scopo evidenziato è quello di rendere i pagamenti più fluidi e soprattutto maggiormente ancorati a quanto effettivamente guadagnato nell’anno in corso.

Per il contribuente i pagamenti sarebbero indubbiamente più agevoli perché basterà verificare l’esattezza dei calcoli e procedere alla scadenza.

Ma ci guadagnerebbe in qualche modo anche lo Stato: le casse dell’Erario, infatti, potrebbero in questo modo contare su un flusso costante di entrate, senza oscillazioni e picchi periodici durante l’anno come avviene ora.

La conferma è giunta anche dal viceministro Laura Castelli: “come ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate ci abbiamo lavorato per qualche mese e ora siamo pronti a dire addio all’attuale sistema di acconti e saldi, per sostituirlo dal primo gennaio 2021 con uno più semplice e immediato. Il sistema di acconti e saldi genera confusione e burocrazia inutile per circa 4 milioni di contribuenti, che ogni anno vivono con preoccupazione il periodo delle scadenze”. Spiega la Castelli: “in questo modo non ci si dovrà più preoccupare di accantonare una somma per le imposte dell’anno successivo che ancora non si sa come andrà, ma si pagheranno le tasse solo su quanto già effettivamente guadagnato. Il progetto prevede il passaggio a un sistema di pagamento basato sugli incassi e le spese effettive. Un metodo di cassa, insomma”.

Pagamenti più diretti e importi mensili (o al massimo trimestrali) calcolati sugli effettivi guadagni, senza acconti basati su previsioni per l’anno seguente: questi, in sintesi, i punti di forza della rivoluzione fiscale che investirà le partite IVA dal prossimo anno.

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