I parlamentari italiani continuano a godere oggi di privilegi, oltre che di indennità, da capogiro. Sono numericamente troppi per un Paese che conta 60 milioni di anime, rispetto a tutte le altre democrazie del mondo. Solo la Cina (che non è una democrazia), fra i grandi, ci supera con 3.000 deputati ma su 1,4 miliardi di abitanti.

Ma veniamo a quelli che sono i vitalizi dei parlamentari. Non si tratta di una pensione vera e proprio, come quella sudata e riconosciuta ai comuni mortali, ma di una sorta di premio riconosciuta fino al 2011.

Ci pensò la Fornero a cancellare i vitalizi. Quelli già erogati, però, restano tuttora in vigore e ci costano circa 200 milioni di euro all’anno. Come fa notare l’Inps:

oggi ci sono circa 2.600 vitalizi in pagamento per cariche elettive alla Camera o al Senato. Si giunge a stimare il costo attuale dei vitalizi in circa 193 milioni di euro. Si tratta di una sottostima perché ottenuta applicando le regole ai soli anni di servizio presso il Parlamento italiano. Sono così stati esclusi eventuali anni di servizio presso il Parlamento europeo o presso Consigli Regionali“.

L’assegno vitalizio dei parlamentari

Ma cos’è l’assegno vitalizio? L’assegno vitalizio dei parlamentari è una rendita che veniva elargita dopo la fine del mandato elettorale a una determinata scadenza (attualmente all’incirca l’età pensionabile). In parte a parziale copertura di un “buco” contributivo durante l’espletamento del mandato stesso, in parte a garanzia dell’autonomia del parlamentare per sottrarlo a eventuali condizionamenti da parte dei partiti, durante e dopo il mandato, come previsto dall’art. 69 della Costituzione.

In passato è stato erogato senza la dovuta copertura contributiva (almeno fino al 1993) al punto che si stima che ancor oggi per pagare i vitalizi a ex deputati e senatori il Parlamento deve concorrere alla spesa con fondi propri.

Motivo per il quale era stato chiesto il taglio o ricalcolo dei vitalizi  (l’ammontare dei quali si aggira mediamente fra i 2 e 4 mila euro al mese) dal Movimento 5 Stelle, poi rigettato dalla casta che si era arroccata in Commissione Contenzioso al Senato.

I benefit dei parlamentari

Ma a parte i vitalizi che in buona parte continuano ad essere corrisposti senza adeguata copertura contributiva, vediamo anche quali sono i privilegi dei parlamentari ancora riconosciuti. A parte le alte indennità che sono riconosciute alla casta parlamentare e che impropriamente vengono chiamate “stipendi”, eiste tutta una schiera di privilegi da far venire i brividi. Costi che trovano poca rispondenza a fronte dell’attività svolta. Come, ad esempio, le spese per esercizio di mandato (3.690 euro), rimborso spese per trasporto e viaggio (4.000 euro), spese telefoniche (3.100 euro), rimborso spese per fax che non usa più nessuno o francobolli.

Il rimborso delle spese sanitarie avviene al 90% della spesa sostenuta. Poi ci sono i rimborsi per le missioni, per i ristoranti i bar e i barbieri alla Camera e al Senato, il rimborso del 12% per l’acquisto di un’auto, 4.000 euro per viaggi studio all’estero. Non solo, anche mezzi pubblici gratuiti (aerei compresi), ingresso a cinema, teatri o allo stadio (tribuna d’onore) gratis, corsi di lingue, palestre, piscine, circoli tennistici, abbonamenti a giornali e riviste, e – dulcis in fundo – auto blu con autista.