In tempi di crisi, chi vuole aprire una partita IVA deve vedersela con il punto interrogativo dei guadagni e con inevitabili tasse da pagare. E’ possibile alleggerire in modo lecito il carico fiscale? Come pagare meno tasse? Quali sono i costi deducibili totalmente e parzialmente?

Il titolare di una partita IVA può trovare le risposte a queste domande continuando a leggere l’articolo.

Come pagare meno tasse scegliendo il regime forfettario

Il regime forfettario, introdotto dalla Legge 190/2014, è rivolto a partite IVA che non superino un reddito annuo di 65mila euro.

A queste partite IVA si applica un’aliquota del 15% (ridotta al 5% nei primi cinque anni di attività).

Come si applica questa aliquota?

Si applica sul coefficiente di redditività definito dalla Legge 190/2014 per ciascuna categoria professionale. Non si applica assolutamente sui ricavi complessivi.

Ad esempio, per le attività professionali si applica un coefficiente di redditività del 78%. Per un fatturato di 30mila euro l’aliquota si calcolerà su 23.400 euro (equivalente al 78% di 30mila). Il professionista dovrà, quindi, pagare il 15% di 23.400 euro (ovvero 3.510 euro) se l’attività è giunta al sesto anno. Nei primi 5 anni di attività, l’importo da pagare sarà invece di 1.170 euro (il 5% di 23.400).

Tanto per fare un confronto dimostrando la convenienza del regime forfettario, basti pensare all’aliquota ordinaria più bassa che prevede un’aliquota del 23% per redditi fino a 15mila euro.

Pagare meno tasse con gli oneri totalmente deducibili

La gestione dei costi inerenti all’attività è molto importante. Il principio di inerenza si ricava dall’art. 109, c. 5 del TUIR.

I vari costi sostenuti dal titolare della partita IVA accumulati in un anno possono fare la differenza: pranzi, carburante, biglietti del treno, ecc.

Per risultare oneri deducibili, i costi devono essere effettivamente sostenuti dal lavoratore autonomo e documentati (fatture, scontrini che riportano la partita IVA dell’interessato).

Le spese inerenti l’attività completamente deducibili per una partita IVA sono:

– corsi di aggiornamento professionale;

– acquisto di valori bollati e cancelleria;

– acquisto di riviste e libri professionali;

– costi relativi al lavoro dipendente e autonomo occasionale;

– acquisto di beni strumentali utilizzati per l’attività professionale.

Costi parzialmente deducibili

Abbiamo listato i costi completamente deducibili ma esistono anche gli oneri che si possono dedurre parzialmente dal reddito.

La deduzione è parziale in quanto si tratta di costi ‘ibridi’, ossia sostenuti sia per svolgere la propria attività sia per fini personali.

Per questi oneri parzialmente deducibili, il legislatore ha previsto un calcolo forfettizzato.

Facciamo qualche esempio:

– spese legate ai telefoni cellulari: deducibili all’80%;

– spese relative all’autovettura (carburanti, manutenzione): deducibili al 20%;

– abitazione (acquisto, affitto o spese di gestione dell’immobile) utilizzata anche come ufficio per la propria attività: 50% di deduzione;

– spese alberghi e ristoranti documentate da fattura, sostenute per il lavoro: deducibili al 75% se i costi complessivi in un anno non superano il 2% dei compensi percepiti.