Brutte notizie sul pagamento delle pensioni: possiamo reggere ancora per meno di 20 anni. Come tutelarsi con la pensione complementare? Ovverosia, ritirarsi dal lavoro beneficiando pure di un assegno pensionistico che è legato alla previdenza integrativa?

Per chi oggi è giovane, infatti, è alto il rischio che da qui a 20-30 anni i requisiti di accesso alla pensione pubblica siano ancora più stringenti. Sia perché lo Stato italiano deve garantire la sostenibilità di lungo termine per il pagamento delle pensioni. Sia perché si andrà in pensione sempre più tardi per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita.

Pagamento delle pensioni: possiamo reggere ancora meno di 20 anni. Come tutelarsi con la pensione complementare in aggiunta a quella pubblica?

Nel dettaglio, i conti sulle pensioni, da qui a 20 anni in Italia, rischiano di saltare in quanto si vive di più, il che è un bene. Pur tuttavia, sul pagamento delle pensioni, in un futuro non troppo lontano i contributi versati da chi lavora non saranno sufficienti a coprire il pagamento degli assegni per chi si è ritirato dal lavoro.

In pratica, sul pagamento delle pensioni, con l’invecchiamento della popolazione per la riforma delle pensioni non basta qualche toppa o qualche misura tampone. Serve una riforma strutturale del sistema previdenziale pubblico che metta al centro anche e soprattutto la previdenza complementare.

Come funziona la pensione complementare in Italia

In Italia, già dal 2005, c’è la possibilità per i lavoratori di aderire alla previdenza complementare. Definita come il secondo pilastro del sistema pensionistico, la previdenza complementare nel nostro Paese non è mai decollata del tutto. E ciò, sul pagamento delle pensioni, nonostante il lancio dei fondi pensione. Dai fondi chiusi a quelli aperti, e passando per i Piani pensionistici individuali (PIP).

Quello attuale, per rendere la previdenza complementare davvero più appetibile, potrebbe essere il momento giusto. Visto che, sulla riforma delle pensioni, è stato avviato il confronto tra il Governo italiano e le parti sociali.

Con i giovani di oggi che, anche a causa di lavori precari e discontinui, da qui a 30 anni rischiano di percepire dall’INPS una pensione davvero da fame.