Incentivare i pagamenti con la carta attraverso bonus e detrazioni. La lotta all’evasione fiscale e all’uso del contante del Governo passa anche da qui. Alla richiesta di poter pagare con la carta, se si hanno comunque soldi contanti nel portafoglio, si fa spallucce se l’esercente risponde che il POS è rotto. Magari non si crede a questa scusa inflazionata ma non ci si prende la briga di indagare oltre.

Le cose potrebbero cambiare se il cliente potesse portare in detrazione le spese che effettua con la carta, anche qualora si tratti di conti al ristorante, servizi dal parrucchiere o estetista etc.

Se paghi con la carta di credito porti in detrazione: così il Governo combatte l’evasione fiscale

Il sistema richiama quello già previsto per i bonus casa e ristrutturazione. In questo caso però il numero di servizi detraibili si moltiplica in modo esponenziale. D’altra parte già con l’obbligo di scontrino elettronico che debutterà il 1° gennaio 2020 per i commercianti sarà più difficile evadere. E’ anche vero però che chi “dimenticava” di emettere lo scontrino fino ad oggi, spesso cercherà di continuare a farlo. L’Agenzia delle Entrate dovrà aspettare mesi prima di poter disporre delle informazioni necessarie per avviare i controlli.

Da qui la necessità di coinvolgere in modo più attivo possibile i contribuenti nella lotta all’evasione fiscale: idee come la lotteria degli scontrini e detrazioni fiscali per chi paga con bancomat si muovono in questa direzione.

Detrazione pagamenti con carta di credito: l’esempio portoghese

Il Portogallo ha già intrapreso questa strada permettendo ai contribuenti di portare in detrazione non solo le spese di prima necessità (mediche, scolastiche etc) ma anche alcuni costi legati ad hobby e “vizi”, come ristoranti, parrucchiere etc. Tale possibilità è appunto riservata solamente a chi paga con metodi tracciabili e non in contanti.

In questo modo le informazioni in merito alla transazione confluiscono all’Agenzia delle Entrate che può procedere con un controllo incrociato dei dati.