Con l’addio di Quota 100 quali sono le ipotesi allo studio in tema di pensioni anticipate?

Il Dossier Pensioni è uno dei nodi fondamentali che il Governo Draghi dovrà affrontare: sono tante le ipotesi allo studio e le proposte che le forze politiche stanno mettendo in campo.

Con il definitivo addio di Quota 100, i Sindacati stanno premendo ritenendo urgente una riforma delle pensioni che possa tutelare molti dei lavoratori che erano prossimi ad uscire dal mercato del lavoro in anticipo.

Quali sono le Opzioni post Quota 100? Quali sono le proposte allo studio che potrebbero essere utilizzate per andare in pensione anticipata nel 2022?

Opzioni post Quota 100: spunta Quota 102

Una delle ipotesi allo studio da parte del Governo Draghi, in vista dell’addio a Quota 100, potrebbe essere quella di andare in pensione a 64 anni di età, mantenendo i 38 anni di contributi previsti dalla Quota 100.

La riforma Quota 102 interesserebbe una platea di circa 150.000 persone all’anno, che potrebbero lasciare in anticipo il mercato del lavoro, rinunciando al 5% del trattamento previdenziale nel caso in cui vadano in pensione a 67 anni d’età.

Opzioni post Quota 100: spunta Quota 92

Quota 92 può essere la naturale prosecuzione di Quota 100? Si tratta di una proposta avanzata da Delrio.

La misura Quota 92 sarebbe riservata ai lavoratori usuranti, che potrebbero andare in pensione con un minimo di 30 anni di contributi e 62 anni di età.

L’introduzione della misura Quota 92 comporterebbe un taglio di almeno il 3% con conseguente perdita di denaro da parte dei lavoratori.

Opzioni post Quota 100: Riforma Pensione Pubblica Amministrazione

Gli statali e i dipendenti della Pubblica amministrazione potrebbero andare in pensione a 62 anni avendo maturato almeno 30 anni di lavoro.

Si tratta della proposta del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che auspica nell’entrata dei giovani nel mondo del lavoro.

Il rimedio proposto dal Ministro Brunetta sarebbe quello dello “scivolo” di 5 anni, cioè consentire ai dipendenti statali di andare in pensione fino a 5 anni prima di quanto previsto dalle attuali regole.

Il “contratto di espansione” prevede che il lavoratore anticipi l’uscita dal mercato del lavoro fino a 5 anni prima dell’età prevista per vedersi accreditata la pensione di vecchiaia (67 anni).