Il femminismo non riguarda il rafforzamento delle donne. Le donne sono già forti, si tratta di cambiare il modo in cui il mondo percepisce quella forza“, afferma G.D. Anderson. Un concetto che dovrebbe diventare il mantra di ogni governo che intende favorire lo sviluppo economico del proprio Paese proprio puntando sulle donne.

Un punto di vista condiviso anche dal nuovo governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Diverse, infatti, sono le misure a sostegno delle donne introdotte con la legge di bilancio 2023.

Tra le principali novità si annoverano quelli riguardanti Opzione Donna. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Opzione donna, cambio epico: quali saranno i nuovi requisiti per andare in pensione prima

Grazie alla legge di Bilancio 2023 il governo ha deciso di prorogare Opzione Donna, apportando dei cambiamenti. Ad oggi le lavoratrici possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro purché abbiano maturato 35 anni di contributi. Per quanto riguarda l’età anagrafica, invece, deve essere pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome.

A partire dal prossimo anno, invece, le lavoratrici potranno andare in pensione anticipata sempre dopo aver maturato 35 anni di contributi. Cambia, invece, il requisito anagrafico che viene innalzato a 60 anni. Ma non solo, viene applicato uno sconto temporale di un anno, fino a un massimo di due anni, per ogni figlio nel caso in cui si tratti di donne che rientrino in determinate categorie.

Opzione donna, cambio epico: caregiver familiari, invalidi civili, aziende in crisi

Entrando nei dettagli, per beneficiare di Opzione Donna bisogna rientrare in tre categorie, ovvero: caregiver familiari, invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%; lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese in crisi.

Soffermandosi sulle caregiver, la bozza della Legge di Bilancio sottolinea come Opzione Donne viene applicata a coloro che “al momento della richiesta da almeno sei mesi è coniuge o parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità”.

È possibile beneficiare di tale misura anche per “un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 60 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti”.

Queste lavoratrici potranno andare in pensione prima a seconda del numero di figli. Entrando nei dettagli, sarà possibile uscire dal mondo del lavoro all’età di  58 anni se madre di due o più figli. Si potrà andare in pensione all’età di 59 anni, se madre di un figlio.