Salvo scenari improbabili di stabilizzazione, la scadenza dell’uscita tramite opzione donna è fissata al 31 dicembre 2015. Tuttavia la domanda può essere presentata anche nel 2016. A chiarirlo è stato l’Inps che, rispondendo ad un quesito sull’argomento rivolto dai Patronati del Ce.Pa. (Inas, Inca, Ital e Acli), ha esteso anche a queste lavoratrici il principio della cristallizzazione del diritto alla pensione valido in via generale per tutti i lavoratori. Quali sono gli effetti di questo chiarimento? E chi può beneficiarne? Vediamolo insieme.

Pensioni: come cambia l’opzione donna nel 2016

Opzione donna: chi può fare domanda anche nel 2016

Facciamo l’esempio pratico di una lavoratrice dipendente del settore privato che a novembre 2014 aveva ottenuto i requisiti anagrafici e contributivi (57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contribuzione). In questo caso sarà possibile fare domanda anche l’anno prossimo.

Opzione donna 2016: cosa significa l’estensione

In termini pratici questo chiarimento da parte dell’Inps ha effetti importanti e non trascurabili perché permette alle lavoratrici che possiedono tutti i requisiti di accedere al regime sperimentale e di preservare il posto di lavoro anche dopo il 2015 senza per questo perdere il diritto alla pensione anticipata. La notizia è stata divulgata dall’Inca Nazionale. Pensioni donne: cosa significa rimandare la riforma al 2016