L’Antitrust ha bocciato la legge sugli home restaurant, già approvata alla Camera, che assicura alcuni punti sull’attività dei ristoranti domestici. Secondo il Garante, infatti, la sharing economy deve essere regolata in maniera leggera. Vediamo quali sono i punti censurati.

Garante per la Concorrenza boccia la legge

Nell’ultimo bollettino del Garante per la Concorrenza si parla del disegno di legge sulla ristorazione domestica, ossia pranzi e cene preparati da cuochi amatoriali direttamente a casa e mangiati nel salotto dell’abitazione attraverso piattaforme tecnologiche come Gnammo.

Il ristorante domestico, in pratica, funziona come una sorta di mini attività imprenditoriale in cui dei cuochi amatoriali possono cucinare dei pasti per sconosciuti a prezzi fissati. La legge, che nasceva proprio per tutelare il cliente vista la delicatezza del settore, era stata approvata a gennaio alla Camera ed era in attesa dell’esame al Senato, ma ora l’Antitrust ne ha bocciato alcuni parti.

Tra i punti da verificare e censurati ci sono quelli inerenti il numero massimo di coperti, 500, e di entrate, 5mila euro, che un home restaurant può realizzare nel corso dell’anno. Nella carta fa parte delle attività di sharing economy anche se alla fine la finalità è più simile ad una piccola attività imprenditoriale simile ad Airbnb. La legge prevede alcune disposizioni tra cui l’assicurazione per rischi derivanti dall’attività e sulla responsabilità civile verso terzi, con particolare focus all’obiettivo dell’attività occasionale, ossia la promozione della leale concorrenza per assicurare che l’attività svolta dai cuochi sia occasionale e per evitare lamentele da parte dei ristoratori classici.

La legge, insomma, prevedeva dei paletti stringenti che l’Antitrust ha bocciato in quanto sarebbero in contrasto con le raccomandazioni europee che prevedono una regolazione minima. Oltre ai punti sul tetto massimo di coperti ed entrate annuali, considerate limitate visto che molte delle entrate finirebbero per pagare le spese per l’acquisto dei prodotti per la preparazione del cibo, il Garante boccia anche il punto inerente l’obbligo di attività attraverso piattaforme digitali e con pagamento anticipato, fattore che risulterebbe discriminante, così come il punto in cui si vieta di organizzare le cene in abitazioni affittate a turisti, come bed and breakfast, considerato privo di motivazioni.

Ora la legge è stata ora inviata alla Commissione europea che dovrà procedere ad una valutazione. Sulla questione si è espresso anche Gaetano Campolo, Ceo e Founder di Home restaurant Hotel, che ha iniziato una battaglia contro il DDL sugli homerestaurant: “Com’è possibile che la mia start up sia legale in 18 nazioni europee ma non nel mio paese?”.