Già con la Legge di Bilancio 2022, il governo ha introdotte lacune significative modifiche all’istituto del reddito di cittadinanza; modifiche che vanno in senso restrittivo, a cominciare dal nuovo meccanismo di decurtazioni, pensato per incentivare il percettore ad accettare velocemente una proposta di lavoro, ma anche, e soprattutto, il numero di offerte congrue che è possibile rifiutare prema di perdere il sussidio, che è passato da 2 a 3. Infine, la prima offerta potrà arrivare entro 80 chilometri dal luogo di residenza del cittadino, la seconda, invece, da qualsiasi parte d’Italia.

In questi giorni, inoltre, in parlamento è stata discussa un’ulteriore stretta al reddito di cittadinanza. In sostanza, sarà possibile ricevere le offerta di lavoro anche dai privati per chiamata diretta; anche in questo caso, il rifiuto potrebbe comportare la perdita del beneficio. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza, le offerte dei privati saranno considerate “congrue”

La nuova stretta al reddito di cittadinanza potrebbe presto diventare realtà. Si tratta di un emendamento presentato dal centrodestra al dl aiuti approvato dalle commissioni della Camera.

In sostanza, le proposte di lavoro ai percettori di reddito di cittadinanza potranno essere fatte anche dai privati per chiamata diretta. Ovviamente, anche in questo caso, il rifiuto potrebbe comportare la perdita del beneficio (ricordiamo che è possibile rifiutare soltanto 2 offerente congrue).

La proposta è stata pensata anche per cercare di risolvere la mancanza di manodopera che si sta verificando in questi ultimi tempi, soprattutto nel settore del turismo e della ristorazione. Fenomeno che, secondo alcuni imprenditori e media, sarebbe da attribuire (almeno in parte) proprio all’istituto del reddito di cittadinanza.

Tale proposta sembrerebbe aver trovato il parere favorevole di quasi tutto il parlamento, ad eccezione del Movimento 5 Stelle.

Superare l’attuale meccanismo del cumulo parziale tra sussidio e lavoro stagionale

Qualche giorno fa, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, aveva proposta una soluzione molto diversa; ossia, ad alcune modifiche per quel che riguarda l’attuale meccanismo del cumulo tra sussidio e lavoro.

L’ipotesi è quella di mantenere una parte del sussidio, in misura maggiore, rispetto a quanto previsto attualmente, a tutti i percettori che iniziano un nuovo lavoro stagionale, anche per i soli mesi estivi. Ricordiamo che, allo stato attuale, si tratta di un emendamento che dovrà ancora essere discusso e approvato in parlamento. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.