Non solo accorpamento fra IMU e TASI, ma anche la TARI deve sparire. In questo senso lavorerà la Commissione Finanze alla Camera per fare in modo che il cittadino possa vivere una vita più serena e meno dipendente dalle scadenze dei vari balzelli comunali. Che poi non sono gli unici nel ginepraio fiscale italiano. In questo senso il leader del M5S Luigi di Maio si chiede su Facebook: “Quante tasse si devono pagare a livello comunale?

IMU, TASI e TARI insieme

Ebbene dal prossimo anno, se tutto va per il verso giusto, i contribuenti pagheranno una sola tassa comunale che racchiude IMU, TASI e TARI insieme.

Il cittadino dovrebbe ricevere una sola comunicazione, come avviene per la TARI, in cui si riepilogano le imposte sugli immobili e quella sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dì più, secondo quanto allo studio al tavolo tecnico della Commissione Finanze, ci sarà una sola data di pagamento per tutti i tributi il cui importo potrà essere suddiviso in 2 o più rate come già avviene per IMU, TASI e TARI.

La semplificazione fiscale

Le modifiche andrebbero nel senso della semplificazione amministrativa e burocratica tanto decantata dai precedenti governi ma mai attuata. Di più, non dovrà più essere il singolo contribuente a doversi fare i calcoli per pagare l’IMU o la TASI, ma l’ufficio tributi del comune di appartenenza che, in base ai dati catastali in suo possesso, comunicherà al contribuente anche la quota di imposta sugli immobili come già avviene per la TARI. Il tutto in un contesto di massima trasparenza e semplificazione dell’attività fiscale che deve facilitare la vita dei cittadini anziché complicarla.

Italia ha la peggior burocrazia in Europa

E’ noto che in Italia gli adempimenti burocratici e fiscali assorbono molto tempo ai cittadini. Fra verifiche di documenti, appuntamenti, code agli sportelli e pagamenti in Posta o in banca, se ne vanno dai 60 ai 75 giorni all’anno.

Il Paese, all’alba del terzo millennio ha la peggior burocrazia d’Europa. Solo la Grecia se la passa peggio, ma non di molto. E’ il risultato emerso dalla stesura dell’indice europeo sulla qualità dei servizi offerti dagli uffici pubblici dei 19 paesi che utilizzano la moneta unica. Il risultato tiene conto anche degli adempimenti fiscali che sono peggiorati dal 2000 a oggi anche per colpa dell’introduzione dei balzelli comunali che ora si cerca di accorpare.