A nessuno fa piacere ricevere una multa per la violazione del codice della strada ma non pagarla non è una delle scelte più intelligenti, soprattutto se la contravvenzione non presenta vizi propri.

Rimandare il pagamento di una multa non è mai conveniente (soprattutto in virtù del fatto che se pagata entro 5 giorni dalla sua emissione è possibile fruire dello sconto del 30% sull’importo) soprattutto perchè il rischio è quello di veder lievitare l’importo da pagare di quasi il doppio.

La multa va pagata entro 60 giorni dalla sua notifica (ovvero da quando si riceve a casa).

Il tempo per fare ricorso davanti al giudice, invece è di 30 giorni, davanti al Prefetto, invece il termine è entro 60 giorni.

Anche se si decide di fare ricorso, è bene tenere presente che non viene meno l’obbligo di pagamento della multa entro 60 giorni poiché il ricorso davanti al giudice non interrompe i termini per i pagamenti, a meno che non si chieda al giudice, nella prima udienza, di sospendere l’efficacia esecutiva del verbale. Se si ricorre, invece, davanti al Prefetto la multa potrà essere pagata anche dopo la decisione dell’autorità.

Multa non pagata: cosa succede?

Scaduto il termine dei 60 giorni se la multa non è stata pagata diventa un titolo esecutivo e non può più essere contestata. Questo significa che l’amministrazione per ottenere il suo pagamento può procedere anche con il pignoramento dei beni (non predisposto dall’ente che ha elevato la multa ma dall’Agenzia delle Entrate Riscossione).

Per chi paga la multa, trascorsi i 60 giorni, l’importo non sarà più quello originario ma sarà maggiorato di interessi e more che possono arrivare anche a raddoppiare l’importo originario della multa. Per una multa non pagata, quindi, si riceverà una cartella di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Se si decide di non pagare neanche la cartella di pagamento si potrà incorrere in fermo auto o pignoramento.