Ci sono ancora poco meno di due mesi per completare la procedura dichiarativa per il 730 del 2022 (scadenza 30 settembre 2022). Le dichiarazioni dei redditi per l’anno d’imposta 2021 sono un adempimento a cui molti contribuenti hanno già provveduto ad inizio giugno. C’è chi ha dovuto versare le imposte e chi invece è andato a rimborso. Un rimborso che non tutti però hanno ricevuto, e molti si chiedono il perché.

“Salve, volevo una informazione. Ho presentato il modello 730 tramite CAF lo scorso 20 giugno.

Ho un rimborso di 5.000 euro da prendere per la ristrutturazione della casa iniziata nel 2020. Con la busta paga di luglio non ho preso nulla. Perché?”

Il caso del nostro lettore non è un caso isolato dal momento che non sono pochi i contribuenti che pur se hanno un saldo a credito nel 730, non hanno ancora ricevuto il rimborso spettante. Prima di allarmarsi bisogna capire bene la normativa vigente in materia fiscale.

I rimborsi del 730 e come funzionano

È vero che in linea generale presentando una dichiarazione dei redditi in maniera sollecita e quindi ad inizio campagna a giugno, il rimborso dovrebbe arrivare con la busta paga di luglio. Da contribuente al contribuente però può cambiare tutto. Anche se in genere le regole delle dichiarazioni sono identiche per tutti da caso a caso può cambiare davvero tutto. Ci sarebbero almeno tre o quattro fattori che determinano in maniera differente le date dei rimborsi fiscali. Facendo riferimento al quesito del nostro lettore, vediamo quali sono i casi che portano lo slittamento del rimborso e perché.

Rimborsi 730, sostituto d’imposta e controlli

Il nostro lettore ha presentato la dichiarazione dei redditi in una data sicuramente utile affinché il rimborso spettante scattasse in tempi celeri. Pertanto non è il ritardo nella presentazione che ha fatto slittare questo rimborso dal momento che non è arrivato con la busta paga di luglio.

Nel caso di specie è l’importo del rimborso probabilmente la causa di questo rinvio. Infatti va ricordato che l’Agenzia delle Entrate per rimborsi superiori a 4.000 euro avvia dei controlli preventivi prima di di liquidare la dichiarazione con il rimborso. Inoltre, per rimborsi di un certo rilievo, non è raro il caso di sostituti d’imposta che non avendo capienza fiscale non possono provvedere alla immediata liquidazione. In altri termini un datore di lavoro sostituto d’imposta che deve liquidare i rimborsi IRPEF, può farlo soltanto in misura consona alle imposte che lui stesso deve pagare al fisco italiano. È probabile che un sostituto che non ha imposte da versare a suo nome, sufficienti a coprire tutti i rimborsi di tutti i dipendent, possa provvedere a farli slittare nei mesi successivi o ad iniziare ad erogarli in maniera rateale.

Cosa cambia in base al lavoro

Il rimborso nella busta paga dei mesi di luglio è un principio cardine a cui tutti i contribuenti si attengono nel momento in cui presentano la dichiarazione dei redditi. Occorre dire però che sono davvero pochi i contribuenti che ricevono il rimborso effettivamente nella busta paga di luglio. Si tratta per lo più dei lavoratori statali che percepiscono lo stipendio di un mese, nel mese di effettivo lavoro. Infatti nel settore privato in genere lo stipendio percepito nel mese di luglio fa riferimento alle giornate lavorative del mese di giugno. Pertanto quando si parla di rimborso fiscale nel mese di luglio, probabilmente per questi lavoratori il rimborso scatta nel mese di agosto in cui viene effettivamente pagato lo stipendio di luglio.

Il sostituto è importante

Un altro caso in cui il rimborso può slittare, addirittura fine anno o nei primi mesi del nuovo anno è il caso di 730 senza sostituto. Chi non utilizza il proprio datore di lavoro per effettuare i rimborsi, deve sapere che il soggetto utilizzato diventa l’Agenzia delle Entrate.

È fornendo per tempo l’IBAN su cui deve essere caricato l’accredito, il rimborso spettante arriverà direttamente in conto corrente nel mese di dicembre. Senza IBAN invece tutto slitta ai primi mesi dell’anno successivo, in genere nel mese di marzo con un bonifico domiciliato a nome del contribuente interessato.