C’è uno strumento pensionistico che consente di sfruttare una misura anche dopo la sua cessazione. Lo strumento si chiama cristallizzazione del diritto ed è un particolare meccanismo che vale per la stragrande maggioranza delle prestazioni previdenziali, ed in alcuni casi anche di quelle assistenziali. In altri termini, per chi ha maturato il diritto ad un determinato trattamento da parte dell’ INPS, nulla può cancellarlo, nemmeno la cessazione della misura. E come vedremo questo meccanismo vale sia per la quota 100 che per la quota 102.

“Salve, vi volevo fare i complimenti per il vostro sito e il vostro lavoro, che trovo interessante sempre. Oggi avrei da chiedervi una cosa. A dicembre 2022 ho compiuto 64 anni di età. Lavoro ancora oggi nonostante ho 38 anni e 3 mesi di contributi versati. Non ho voluto sfruttare la quota 102 nel 2022, perché ho pensato di continuare a lavorare ancora per qualche tempo. Ma adesso la situazione lavorativa nella mia azienda è peggiorata di colpo. dal primo gennaio il mio capo area è cambiato e sono cambiate tante cose del mio quotidiano al lavoro. Posso ancora provare ad uscire con la quota 102? Ho paura di averla combinata grossa. Nel frattempo se non erro è arrivata la quota 103. Ma se per età mi trovo ancora, non mi trovo come contributi. Perché ne servono 41 di anni adesso.”

La pensione con la quota 102 nel 2023 è ancora possibile?

In termini pratici il caso del nostro lettore è un tipico caso di diritto maturato all’uscita anche a misura cessata. Infatti, dal momento che si è reso conto di aver sbagliato a non sfruttare la quota 102 nel 2022, potrà correre ai ripari sfruttando la misura quest’anno. E non ha altre vie il nostro lavoratore dal momento che non ha i 41 anni di contributi versati per scegliere la nuova misura che si chiama quota 103. Infatti il governo Meloni ha deciso di sostituire la vecchia quota 102 che permetteva l’uscita con 64 anni di età e 38 anni di contributi versati, con una nuova misura che consente invece l’uscita con 62 anni di età ma con 41 anni di contributi versati.
Il nostro lettore che ha completato sia i 64 anni di età che i 38 anni di contributi versati in tempo utile alla quota 102 ha cristallizzato questo diritto. E potrà immediatamente provvedere a presentare la richiesta di pensione proprio con la quota 102 già adesso a gennaio.

Tante le misure che si cristallizzano per gli anni futuri

Sono davvero molti i lavoratori che si trovano in questa particolare condizione, cioè di aver maturato il diritto ad una prestazione pensionistica che però non hanno sfruttato nell’immediato per qualsiasi tipologia di loro esigenza. Per esempio troviamo lavoratori che pur avendo maturato entro il 31 gennaio 2021 i 62 anni di età ed i 38 anni anni di contributi utili alla quota 100, ancora oggi sono al lavoro. In pratica, non hanno richiesto la pensione con quota 100 preferendo restare al lavoro. A prescindere dalla motivazione con cui hanno fatto questa scelta, va detto che loro anche nel 2023 potranno tornare a sfruttare la misura, anche se non è più attiva. Ed a prescindere che la loro carriera lavorativa sia continua o meno. E lo stesso accade a quelli che si trovano nella stessa condizione al 31 dicembre 2021, avendo completato in questo caso, 64 anni di età e 38 anni di contributi utili alla quota 102.

Alcune misure non danno diritto alla cristallizzazione per la pensione

La cristallizzazione del diritto è una misura comunque molto particolare che a volte genera confusione e soprattutto farsi aspettative. Per esempio, l’Ape sociale non è una misura che si cristallizza, anche perché è una misura che prevede dei requisiti aggiuntivi oltre ai canonici requisiti anagrafici e contributivi. Opzione donna invece si cristallizza. Bisogna quindi prestare attenzione in alcuni casi, a rimandare l’ipotesi di pensionamento.
Alcune misure infatti possono chiudere definitivamente senza lasciarsi alla spalle soggetti che hanno cristallizzato il diritto.