Come previsto dal decreto Sostegni bis, i percettori di Naspi non subiranno tagli. Nessuna riduzione dell’assegno sarà applicata fino al 31 dicembre 2021. Il meccanismo di decalage è sospeso fino a fine anno.

Con la circolare Inps numero 122 del 6 agosto 2021, l’Inps spiega bene come funziona la sospensione della riduzione del 3% mensile della Naspi. In questo modo il governo ha voluto dare un segnale tangibile di sostegno a chi è in difficoltà e ha perso il lavoro.

La sospensione del decalage della Naspi

Attenzione, però, perché questa benevolenza, in pratica, non è altro che uno specchietto per le allodole.

L’Inps non regala nulla, ma solo anticipa ciò che poi verrà tolto ai percettori di Naspi dal 1 gennaio 2022.

In altre parole, dal 1 gennaio del prossimo anno, riprenderà regolarmente la riduzione del 3% mensile sull’assegno della Naspi. E fin qui nulla di sorprendente. Quello che però non è stato spiegato a dovere è che da quella data l’Inps recupererà anche i tagli sospesi in precedenza.

La sospensione del decalage, al momento, comporta la cristallizzazione dell’importo Naspi in pagamento dal 26 maggio 2021, data di entrata in vigore del decretoPertanto, chi è in disoccupazione, il 1 gennaio 2022 si vedrà addebitato il 3% mensile non tagliato per circa sei mesi.

Soldi da restituire a gennaio

Problema più grosso per chi termina di percepire la Naspi entro dicembre 2021. L’Inps, pur non corrispondendo più assegni da gennaio 2022 potrà comunque richiedere indietro le somme anticipate.

In sostanza la riduzione del 3% dell’assegno funge come da prestito che dovrà poi essere restituito. Una trappola che metterà sicuramente a disagio molti beneficiari. Chi, nel frattempo non avrà trovato ancora occupazione, rischia di dover restituire denaro che non ha.

Il decremento non interessa la contribuzione figurativa che l’Inps riconosce all’assicurato. Pertanto nulla cambia in relazione alla copertura contributiva spettante all’assicurato anche con riduzione dell’importo pagato.