Anche i lavoratori domestici hanno diritto alla Naspi. Sebbene i requisiti per colf e badanti siano gli stessi che per gli altri lavoratori dipendenti, vista la particolarità del lavoro, la legge ha previsto delle regole ad hoc.

Naspi lavoratori domestici: requisiti

Ricordiamo quindi che, per il riconoscimento della Naspi, sono richieste disoccupazione involontaria (quindi licenziamento e non dimissioni) e un minimo di 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni antecedenti alla cessazione del rapporto di lavoro precedente (e 30 giornate di lavoro effettivo nell’ultimo anno prima della disoccupazione).

Tuttavia, visto che le modalità di prestazione dell’attività per i lavoratori domestici sono frammentate, il legislatore ha fissato dei criteri convenzionali di calcolo: per l’accredito di una settimana ai fini contribuitivi occorre che siano state lavorate almeno 24 ore, anche se presso datori differenti. E’ bene ricordare inoltre che, per l’accredito delle settimane, fa fede il trimestre solare. In altre parole questo significa che, per raggiungere il requisito minimo di 13 settimane negli ultimi 4 anni, bisogna aver lavorato 312 ore al netto di eventuali arrotondamenti mentre, per soddisfare le trenta giornate effettive di lavoro è sufficiente avere cinque settimane di contribuzione negli ultimi dodici mesi. Non serve quindi, per i lavoratori domestici, andare ad indagare la presenza effettiva al lavoro in ogni giornata o settimana.

Per il calcolo dell’importo della Naspi restano le regole generali: il 75% della media mensile se non si superano i 1195 euro al mese di massimale.

Calcolo assegno Naspi lavoratori domestici: regole