Indennità di disoccupazione Naspi e possesso di partita Iva, la normativa chiarisce che è possibile fare domanda della prestazione, ma ci sono delle regole da rispettare. Analizziamo la normativa rispondendo al quesito di una nostra lettrice.

Naspi respinta: dopo tre anni è possibile fare ricorso?

Buongiorno Angelina, se ho capito bene posso chiederle un parere a proposito di argomenti Naspi. Cercherò di essere semplice e chiara:

  • in data 23.09.2015 viene presentata tramite patronato inca, domanda di Naspi.
  • dopo un certo periodo, chiediamo notizie e lo stesso patronato ci dice che la domanda è stata respinta.

Poiché sono in possesso di partita IVA, e io ci credo: quindi non faccio ricorso.

Stamattina, casualmente, effettuando una ricerca vedo che è possibile effettuare una chiusura della partita IVA, senza sanzioni.

Con mio grande stupore leggo che la mia ex partita IVA è cessata e addirittura leggo: data cessazione 27.11.2006. Quindi devo dedurre che INPS non è assolutamente in buona fede quando controlla le richieste dei cittadini che hanno diritto a forme assistenziali per sopravvivere.

Le chiedo se secondo Lei posso, nonostante il tempo decorso (quasi 3 anni e 7 mesi), richiedere quanto l’INPS, oserei dire in malafede mi ha negato.

Naturalmente se non dovevo chiederle questo parere, La prego di non rispondermi, e Le chiedo scusa fin da adesso, e cancellando questo indirizzo elettronico. Un cordiale saluto e buon lavoro.

Naspi e Partita Iva: solo quando il reddito non supera i 4.800 euro

Non mi deve chiedere scusa, è normale avere dubbi e il nostro servizio nasce per aiutare le persone.

Oggi la burocrazia è divenuta una macchina assurda, le leggi si sovrappongono creando confusione ed incertezze.

In riferimento a quanto chiesto, la circolare dell’Inps n. 94/ 2015 ha chiarito tutti gli aspetti della Naspi in vigore dal 1° maggio 2015.

La circolare precisa che possono richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi i lavoratori licenziati, che svolgono attività di lavoro autonomo o parasubordinato, se rispetta il limite reddituale annuo di euro 4.800.

Quando si fa domanda di indennità Naspi bisogna denunciare il possesso della partita IVA e dichiarare un reddito presunto anche se pari a zero, per poi, in secondo momento, presentare la dichiarazione annuale dei redditi con il reddito effettivo.

Nel suo caso, suppongo che la partita iva essendo inattiva  sarà stata chiusa d’ufficio. Penso che la sua pratica sia stata gestita male, comunque i termini per un ricorso sono scaduti.

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