Cosa succede se durante il periodo di Naspi si trova nuova occupazione? Conviene accettare il nuovo lavoro temporaneo e rinunciare alla Naspi oppure tenersi l’indennità di disoccupazione per la  durata residua e poi cercare nuova occupazione? La domanda, più che lecita, se la era posta anche il legislatore al momento dell’istituzione della Naspi cercando di venire incontro alle esigenze del lavoratore disoccupato e allo stesso tempo garantendogli l’indennità economica.

Naspi, casi di sospensione

Affinchè venga fatta la scelta giusta di fronte all’opportunità di nuova occupazione durante il periodo di Naspi è bene conoscere le regole basilari per non perderne il diritto.

Innanzitutto, va detto che, in caso di nuova assunzione come lavoratore subordinato a tempo indeterminato, la Naspi decade. Non decade, ma rimane sospesa, se l’assunzione è a tempo determinato fino a 6 mesi. Per periodi superiori bisognerà presentare nuova domanda di Naspi al termine del rapporto di lavoro, ma il periodo indennizzabile non terrà conto delle settimane già godute in precedenza.

Naspi, limiti di reddito da lavoro

Detto questo, vi sono poi da considerare i limiti di reddito. Qualora il beneficiario della Naspi trovi un lavoro autonomo, saltuario, a chiamata o comunque precario, l’erogazione dell’indennità non si interrompe ma può subire delle riduzioni in base al reddito presunto o dichiarato. Se il reddito da lavoro autonomo è pari o superiore a 4.800 euro all’anno, la Naspi viene ridotta dell’80% dei redditi previsti, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data di fine dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno. Lo stesso vale se il rapporto di lavoro è di tipo subordinato o parasubordinato che genera un reddito annuo pari o superiore a 8.000 euro. In caso di prestazione di lavoro occasionale, infine, l’indennità Naspi è interamente cumulabile con i compensi derivanti dallo svolgimento dell’attività, purchè non ne derivi un reddito superiore a 5.000 euro per anno civile.

 La comunicazione all’Inps

E’ importante che il beneficiario di Naspi comunichi entro e non oltre 30 giorni all’Inps l’inizio della nuova attività lavorativa, anche se compatibile con l’indennità di disoccupazione. Qualora non venisse comunicato nulla, il lavoratore decade dal diritto alla Naspi e l’Inps recupererà gli eventuali assegni erogati in mancanza del diritto non appena riceverà notizia del nuovo rapporto di lavoro, sia esso di natura subordinata, sia di natura occasionale o saltuario. Quindi è bene fare molta attenzione a questo aspetto soprattutto se si inizia una nuova attività di lavoro autonomo, parasubordinato o ci si rechi all’estero per lo stesso motivo.

Importo della Naspi

Per la scelta della nuova occupazione, sia essa autonoma che di lavoro subordinato, il beneficiario è bene che faccia i suoi calcoli tenendo conto anche di quanto percepirà di indennità di disoccupazione nel tempo. L’importo della Naspi che l’Inps corrisponderà è calcolato nella misura del 75% della retribuzione media imponibile mensile percepita negli ultimi 4 anni nel caso questa sia inferiore a 1.221,44 euro. Qualora fosse superiore, al 75% dell’importo stabilito dalla legge verrà sommato il 25% della differenza tra la retribuzione mensile media imponibile e 1.221,44 euro per il 2019. In ogni caso il massimale della Naspi è fissato in euro 1.328,76 euro al mese. La Naspi è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Quindi, al massimo per 4 mesi. All’indennità viene poi applicata una riduzione del 3% per ogni mese, a partire dal 91° giorno di prestazione.