Calano le multe per eccesso di velocità in autostrada nel 2017. Automobilisti più attenti e disciplinati? Non proprio. In città infatti le multe restano elevate. Ma allora come si spiega che, contrariamente a quanto si possa pensare, sia più facile superare i limiti di velocità su strade urbane piuttosto che in autostrada? La risposta in realtà ha una logica e consiste in un trucchetto sui ricorsi contro multe da autovelox e tutor. Ecco come funziona.

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Partiamo dai dati: nel 2016 le multe in autostrada, per chi procedeva oltre i limiti in piena estate, tra il primo luglio e il 4 settembre, sono state 132.921.

Nello stesso arco di tempo, ma ad un anno di distanza, sono scese a 86.843. Sulla velocità ordinaria invece la tendenza cambia e le contravvenzioni passano da 26.399 a 32.702.
La prima leggenda in proposito al calo del numero di multe riguarda i tutor in autostrada: evidentemente, si legge su internet, la maggior parte non sono inattivi. Ma questo non è esatto.

Forse una spiegazione va cercata piuttosto nella riforma voluta da Delrio-Minniti e nella sentenza della Corte costituzionale dell’aprile 2015 che stabilisce: «Tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura». Nello stesso anno la circolare che fissa le distanze minime tra segnali e postazioni di controllo. Che cosa c’entra tutto questo? Che si è aperta la strada ai ricorsi facili. Lo Stato, infatti, in molti casi non ha presentato la prova delle verifiche ormai obbligatorie lasciando correre. Tanto che Accredia di Torino, l’unica autorità nazionale che abilita chi può fare i controlli, fino a marzo non si occupava dei tutor.

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