Multe per i negozianti che non accettano pagamenti tramite bancomat e carte di credito o non adottano apparecchiature POS. Si intensifica la lotta all’evasione fiscale che si annida per il 40% proprio fra commercianti, ristoratori, bar e botteghe, cioè laddove il consumo al dettaglio è spiccio e maggiore. Ma non solo: prenderà il via anche la lotteria degli scontrini per fare in modo che vengano rilasciate le ricevute fiscali.

Finora, da quando è entrata in vigore la legge che impone agli esercenti di accettare i pagamenti con moneta elettronica, nessuna multa è stata prevista per chi si oppone.

Dal prossimo anno, così come previsto in manovra di bilancio, scatteranno anche le sanzioni peri negozianti che si rifiutano di accettare carte di pagamento a debito o a credito per qualsiasi somma di denaro. Lo prevede il decreto legge fiscale collegato alla legge di bilancio 2020.

Le multe previste per chi non accetta pagamenti elettronici

Ma a quanto ammonta la multa? La bozza del decreto fiscale prevede una sanzione di 30 euro per ciascuna transazione maggiorata del 4% relativo all’importo pagato o da pagare. Per fare un esempio, se il conto del ristorante è di 100 euro, la sanzione per il mancata accettazione del pagamento tramite POS sarà di 34 euro. Ma non è tutto, perché il cliente potrà anche rifiutarsi di saldare il conto qualora sprovvisto di contanti salvo effettuare il pagamento in un secondo momento. A verificare il corretto utilizzo dei pagamenti elettronici sarà anche la Guardia di Finanza che potrà intervenire e multare l’esercente su segnalazione del consumatore.

Al via la lotteria degli scontrini

L’incentivo a utilizzare la moneta elettronica sarà accompagnato anche dalla lotteria degli scontrini a partire dal 1 gennaio 2020. Sarà pertanto interesse di ciascun consumatore richiedere la ricevuta fiscale anche solo per il pagamento di un caffè perché avrà diritto a partecipare all’estrazione periodica di premi in denaro.

Per qualsiasi acquisto di importo superiore a 1 euro, il consumatore potrà infatti chiedere al venditore del bene o del servizio di poter partecipare all’estrazione di premi comunicando il proprio codice fiscale. Il venditore rilascerà quindi lo scontrino fiscale con un codice per l’estrazione abbinato al codice fiscale comunicato, sulla falsariga dello “scontrino parlante” emesso dalle farmacie per le detrazioni delle spese sanitarie in dichiarazione dei redditi. Un portale web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dedicato alla lotteria nazionale registrerà tutte le giocate e potrà essere consultato dal contribuente per controllare i risultati delle estrazioni. In ogni caso il sistema emetterà in automatico la comunicazione di vincita del premio al domicilio rilevato dal codice fiscale.

I premi

Dal 1 gennaio 2020 verranno sorteggiati 3 premi al mese in denaro. Il vincitore prenderà 50 mila euro, il secondo 30 mila e il terzo 10 mila. A fine anno, poi, ci saranno altre estrazioni il cui premio finale sarà di 1 milione di euro. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli  gestirà e controllerà le estrazioni che dal 2021 potrebbero anche diventare a cadenza settimanale. Il montepremi verrà assicurato dal maggiore gettito fiscale che si stima possa raggiungere nella fase iniziale i 10-12 miliardi di euro. Come anticipato, il vincitore verrà informato della vincita e avrà 90 giorni di tempo per richiedere i soldi all’Agenzia dei Monopoli.

La soglia di utilizzo del contante scende a 2.000 euro

Sempre in tema di lotta all’evasione fiscale, verrà anche abbassato l’utilizzo del contante per pagamenti fino a 2.000 euro. Da 2.000,01 euro è necessario che la transazione venga tracciata. Soglia che si abbasserà ulteriormente a 1.000 a partire dal 2021. Tale limite era stato già imposto dal governo Monti nel 2012, ma poi fu innalzato a 3.000. Oggi si fa quindi un ulteriore passo indietro per scoraggiare l’utilizzo di banconote e monete sopra un certo importo nella speranza di scoraggiarne l’utilizzo promuovendo al contempo i pagamenti con carte di credito e debito al pari di quanto avviene in altri Paesi UE.

L’Italia è, infatti, fanalino di coda per i pagamenti elettronici rimanendo ancora profondamente radicata l’abitudine all’utilizzo del contante.