Ci sono proposte di modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022 per aiutare le famiglie, i cittadini stranieri ed anche i navigator. E queste proposte non possono che arrivare dall’M55. Visto che il sussidio è il cavallo di battaglia per il MoVimento 5 Stelle.

In realtà le modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022 già ci sono. E spaziano dalla decurtazione mensile del sussidio se si rifiuta un’offerta di lavoro. E fino ad arrivare alla decadenza della misura nel caso in cui le proposte di lavoro rifiutate dovessero salire a due.

Così come tra le modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022 c’è pure la stretta sui cosiddetti furbetti del sussidio. E questo, nella fattispecie, attraverso un inasprimento dei controlli e delle verifiche preventive. A partire da quelle sulla residenza e passando per i redditi e per i patrimoni dichiarati. Così come è riportato in questo articolo.

Modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022 per aiutare le famiglie, i cittadini stranieri ed anche i navigator

Detto questo, le possibili modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022 per aiutare le famiglie, i cittadini stranieri ed i navigator sono legate alla scala di equivalenza. Visto che la misura dà più soldi ai single rispetto alle famiglie numerose. Mentre i navigator rischiano seriamente il mancato rinnovo del contratto. Ragion per cui servirebbe per loro istituire una qualche tutela.

Tra le possibili modifiche al Reddito di Cittadinanza nel 2022, inoltre, c’è pure quella che può rendere la misura più inclusiva. Attraverso un abbassamento dei requisiti di residenza in Italia da parte dei cittadini stranieri.

Qual è per il sussidio il requisito di residenza richiesto per i cittadini stranieri

Nel dettaglio, tra le modifiche caldeggiate al Reddito di Cittadinanza nel 2022 c’è quella relativa al requisito di residenza per gli stranieri. Che è attualmente fissato a ben 10 anni di residenza in Italia. Di cui gli ultimi due anni di residenza che devono essere continuativi.

Si tratta, nello specifico, di un requisito che è molto stringente e che a regime andrebbe dimezzato. Ovverosia passare da 10 a 5 anni di residenza in modo tale da rendere come detto il sussidio una misura più inclusiva. Tutto ciò, per succedere, passerà dalla presentazione e soprattutto dall’approvazione di emendamenti ad hoc alla legge di Stabilità.