Anche se può sembrare complicata dal punto di vista del contribuente chiamato ad effettuare la dichiarazione dei redditi, grazie alla precompilata il modello 730 è abbastanza semplice. Bisogna inserire i dati reddituali del 2022, quelli che il lavoratore dipendente estrapola dalle CU (Certificazioni Uniche) che rilasciano i datori di lavoro ogni inizio anno riferite all’anno precedente. Lo stesso vale per i pensionati che devono fare riferimento alle CU dell’INPS. Più complicato il caso del lavoratore autonomo, anche perché bisogna parlare del modello Redditi Persone Fisiche e non del modello 730.

Con la dichiarazione precompilata molti dei dati che un contribuente avrebbe dovuto inserire, comprese le cose da scaricare, sono già pre-inseriti. In questo caso quindi, l’operazione a carico del contribuente è solo quella di controllo. Facile quindi presentare la dichiarazione anche da soli tramite il proprio cassetto fiscale nella propria area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Ma bisogna comunque prestare attenzione anche a dati che potrebbero sembrare superficiali e non lo sono. Per esempio il dato del sostituto di imposta che altri non è che il datore di lavoro.

“Salve, avrei un dubbio sul mio modello 730. Ho due datori di lavoro perché svolgo due attività da dipendente per una parte della giornata lavorativa. Anzi, nel 2022 ne avevo addirittura 3. Infatti adesso devo preparare il mio modello 730 e devo inserire i dati di tutte e tre le Certificazioni Uniche. Mi dite nel frontespizio del modello 730 quale datore di lavoro devo inserire come mio sostituto di imposta. Lo stipendio che prendo da entrambi è simile come sono simili anche le ore di lavoro (5 al giorno per ogni datore di lavoro).”

Modello 730, occhio ai dati del datore di lavoro, il rimborso IRPEF può andare perduto

Il contribuente è tenuto a indicare nel modello 730 i redditi percepiti l’anno precedente, le spese sostenute che danno diritto alle detrazioni.

E poi deve inserire, se presenti, i familiari conviventi con lui anche se non a carico fiscalmente (coniuge e figli). Infine, sempre nel frontespizio, il contribuente deve indicare, come specifica anche l’Agenzia delle Entrate, i dati del sostituto d’imposta che dovrà provvedere al conguaglio. Si tratta del datore di lavoro o dell’Ente pensionistico che deve provvedere ad effettuare i conguagli fiscali a debito o a credito. Direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione.

Imposta a debito o a credito, ma il sostituto resta fondamentale

Se il contribuente deve versare l’imposta, ci saranno trattenute nelle buste paga a partire dal mese utile dopo la dichiarazione, magari a rate se il contribuente sfrutta questa possibilità. Se invece il contribuente va a credito, ci sarà un rimborso sempre con gli stessi canali, cioè direttamente con lo stipendio o con la pensione del mese interessato dai conguagli. Fondamentale quindi indicare il sostituto di imposta nella maniera idonea a permettere il flusso ideale di questa procedura. Un piccolo errore, oppure un datore di lavoro errato, ed il rimborso eventuale può essere perduto. Ma anche se a debito, i guai non sono pochi. Perché si tratta di mancato versamento di imposte che possono portare a gravi conseguenza per il lavoratore o per il pensionato.

Chi deve indicare i dati del sostituto di imposta nel modello 730 del 2023

Anche se si fa riferimento all’anno di imposta precedente, i dati del sostituto di imposta devono essere quelli odierni, o meglio ancora, quelli che si presume siano i dati idonei a luglio, agosto o settembre che sono i mesi che comunemente vengono utilizzati dai sostituti per effettuare i conguagli. Il caso tipico è del lavoratore che ha cambiato datore di lavoro quest’anno. Nella Certificazione Unica 2022 ci saranno i dati del datore di lavoro dell’anno precedente.

Evidente che in questo caso il contribuente sarà chiamato ad indicare i dati del nuovo datore di lavoro. Tutti i contribuenti titolari di redditi di lavoro dipendente, pensione o reddito assimilato a quello di lavoro dipendente dovrebbero rilevare i dati da inserire dalla Certificazione Unica consegnata dal sostituto di imposta. Ma in questo caso solo i dati reddituali e delle detrazioni o ritenute presenti nella CU. I dati del sostituto nel frontespizio devono essere quelli del datore di lavoro che si presume sia ancora tale nei mesi prima citati. Altrimenti meglio barrare la casella senza sostituto che elimina questo problema anche se rimanda le operazioni di rimborso. Perché in questo caso solo a dicembre potrebbe arrivare il rimborso fiscale direttamente dall’Agenzia delle Entrate (o anche l’anno dopo nel caso in cui il contribuente ometta di indicare l’IBAN del conto corrente).

Come recuperare i dati del datore di lavoro nella CU 2023

Tralasciando il caso del lavoratore che cambia datore di lavoro, ecco come l’Agenzia delle Entrate spiega come recuperare i dati del datore di lavoro. Le Entrate sottolineano che tutte le informazioni utili vanno recuperate nella Certificazione Unica e precisamente nell’area “Dati relativi al datore di lavoro, ente pensionistico o altro sostituto d’imposta”. Bisogna iniziare dal “codice sede” che è quello presente al punto 11 della Certificazione Unica. Se il contribuente effettua un 730 congiunto col proprio coniuge, bisogna scegliere uno dei datori di lavoro di marito e moglie. Se la scelta ricade sul datore di lavoro del marito, il quadro del sostituto di imposta della moglie andrà lasciato in bianco. Calcolare l’eventuale capienza fiscale del contribuente è importante. Ma è altrettanto importante la capienza fiscale del datore di lavoro. Infatti meglio scegliere un datore di lavoro che può tranquillamente effettuare i conguagli. Perché nel caso in cui il datore di lavoro non è capiente il rimborso potrebbe slittare o addirittura andare perduto. Lo stesso che accada per chi sbaglia datore di lavoro e quindi sostituto di imposta.

In quel caso, meglio provvedere al 730 integrativo. Perché così facendo si può correggere l’errore, magari inserendo l’assenza di sotituto precedentemente inserito ed errato.