Dopo il bonus musica potrebbe fare il suo debutto nel Modello 730, anche il canone RAI. Ci riferiamo alla possibilità di pagare la tassa sulla televisione nazionale attraverso la dichiarazione dei redditi.

Se la cosa si farà, tuttavia, solo dal prossimo anno.

Per la musica, il legislatore ha deciso di riconoscere una detrazione IRPEF (19%) della spesa sostenuta (nel 2021) per lo studio e la pratica della musica dei figli (di età compresa tra i 5 anni e i 18 anni). In dettaglio il bonus musica spetta per l’iscrizione e l’abbonamento a:

  • Conservatori di musica
  • istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM)
  • scuole di musica iscritte nei registri regionali
  • cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica.

Lo sgravio fiscale non può, comunque, superare i 1.000 euro per ciascun ragazzo e spetta solo laddove il reddito complessivo del genitore (che sostiene la spesa) non sia superiore a 36.000 euro.

La tassa sulla televisione fuori dalla bolletta luce

Il bonus musica è goduto in dichiarazione redditi. Chi presenta il Modello 730/2022 indica l’importo della spesa sostenuta ai righi da E8 ad E10, utilizzando il codice 45.

Detto ciò, dal 2023 il legislatore starebbe pensando alla soluzione per un canone RAI fuori bolletta della luce (con sorpresa salasso). Ricordiamo, a questo proposito, che oggi, la tassa sulla televisione è riscossa dallo Stato mediante addebito nella fattura dell’energia elettrica. Soluzione, questa, non è più condivisa dall’Europa.

Per la Commissione Europea l’addebito del canone RAI in bolletta è contro il principio di trasparenza verso gli utenti.

Come entrerebbe il canone RAI nel 730

L’Italia, pertanto, ora è chiamata a trovare una soluzione. Ecco, quindi, che oltre ad un possibile ritorno al bollettino di c/c postale, si fa concreta la strada di dare possibilità agli italiani di pagare il canone RAI in dichiarazione redditi.

Ciò, ad esempio, significa che il debito d’imposta IRPEF che scaturirebbe dalla dichiarazione verrebbe maggiorato poi dell’importo del canone stesso oppure il credito ne verrebbe decurtato.

Precisiamo che la soluzione diventerebbe solo una facoltà, visto che non tutti i contribuenti italiani potrebbero essere obbligati alla dichiarazione reddituale.