Dichiarazione dei redditi e acconto Irpef. E’ questo uno dei problemi più frequenti che capita di dover affrontare prima di trasmettere i dati fiscali all’Agenzia delle Entrate.

Con la presentazione della dichiarazione dei redditi partendo dalla precompilata, capita che il contribuente si ritrovi a debito e, oltre a dover pagare il saldo per i redditi 2019 dovrà anche versare un acconto per il 2020. Versamento che avviene in due rate, a giugno e a novembre.

Acconto Irpef e diminuzione del reddito

Ma se, causa emergenza epidemica o per licenziamento si prevede di realizzare un reddito inferiore a quello del 2019, l’acconto va versato comunque? Certo che no, ma pochi, soprattutto coloro che fanno da sé, sanno come fare a modificare la dichiarazione e spesso capita di anticipare soldi al fisco che poi bisognerà farsi restituire.

La precompilata che troviamo online basa infatti il calcolo dell’acconto Irpef sui dati reddituali comunicati e accertati dal fisco nel 2019, per cui prevede in automatico che anche nel 2020 saranno circa uguali. A meno che il fisco non venga informato di eventuali cambiamenti di rotta. Se, ad esempio, un lavoratore viene licenziato, subisce una riduzione di stipendio o di reddito per cause diverse, non vale la pena affidarsi ai calcoli previsionali dell’Agenzia. Come fare allora per non versare l’acconto con la dichiarazione dei redditi quest’anno?

Come evitare di pagare l’acconto

Dal punto di vista operativo, per ridurre l’acconto nel 730 bisogna compilare il Rigo F6. Qui è possibile indicare se si ritiene di non voler versare per nulla l’acconto oppure se si vuol versare in misura inferiore a quanto calcolato in via previsionale e automatica dall’Agenzia delle Entrate. Più precisamente bisogna barrare la casella della Colonna 1 se si ritiene di non dover versare nulla, oppure barrare la casella della Colonna 2 e indicare la somma ridotta che deve essere trattenuta dal sostituto d’imposta come acconto per il 2020.

Per gli acconti della cedolare secca delle locazioni le casella da compilare sono, invece, quelle della Colonna 5 o Colonna 6. Una volta effettuati questi passaggi, il software del modello 730 non calcolerà (o calcolerà in misura ridotta) le somme dovute a titolo di acconto per il 2020 in maniera tale che non ci si dovrà più preoccupare di dover versare soldi a titolo di Irpef non dovuta. Qualora poi, nel corso dell’anno e una volta liquidata la dichiarazione dei redditi già trasmessa, dovessero sopraggiungere cambiamenti, le somme dovute verranno recuperate l’anno successivo.

Le date da ricordare

E’ bene ricordare che gli acconti vanno saldati in due rate: il 30 giugno e il 30 novembre nella misura rispettivamente del 40% e del 60% dell’Irpef calcolata. Le somme vengono trattenute direttamente in busta paga dal datore di lavoro che agisce come sostituto d’imposta o dall’ente previdenziale qualora si tratti di pensionato. Nel caso il contribuente non avesse il sostituto d’imposta o decidesse di pagare autonomamente, dovrà effettuare i versamenti a mezzo F24 direttamente all’Agenzia delle Entrate. Effettuare i calcoli di quanto minor reddito si dovrà dichiarare l’anno venturo non è facile e difficilmente si indovinare la cifra esatta. Per questo, molti contribuenti decidono di non versare l’acconto per intero salvo poi conguagliare la differenza nella prossima dichiarazione dei redditi.