Cosa rischia il minore che acquista alcolici e cosa rischia chi glieli vende? Anche se in Italia la normativa proibisce di vendere alcolici ai minori di 18 anni capita spessissimo di vedere ragazzi che hanno meno di quell’età bere bibite contenenti alcool durante feste ed eventi. Questa condotta in Italia oltre ad essere illecita costituisce un reato poiché la legge italiana vieta esplicitamente di vendere alcolici ai minorenni.

Cosa accade, però, ai minorenni che comprano alcolici?

Agli esercenti e ai commrcianti che somministrano e vendono alcolici ai minori dei 16 anni in un luogo pubblico o aperto al pubblico è applicata una pena che prevede l’arresto fino ad un anno.

Stessa pena è applicata anche a chi sommistra alcolici con distributori automatici che non rilevano i dati anagrafici dell’utilizzatore. La condanna comporta anche la chiusura dell’esercizio.

La legge, però, punisce soltanto chi vende gli alcolici ai minori, ma non i minori che li comprano, i quali, appunto, non rischiano nulla.

Cosa accade, invece, a chi vende alcolici a chi ha compiuto i 16 anni ma è ancora minorenne?

Per chi vende alcolici a minori con fascia di età compresa tra 16 e 18 anni la legge prevede soltanto una sanzione amministrativa che va da 250 a 1000 euro.

Colui che somministra gli alcolici non deve limitarsi a chiedere l’età per accertarsi che il giovane sia o meno maggiorenne, ma deve accertarsi degli effettivi dati anagrafici. La Corte di Cassazione, infatti, ha stabilito che prima di servire alcolici a clienti che presumibilmente possono essere minorenni devono tassativamente essere chiesti i documenti di identità.