L’Agenzia delle Entrate è intervenuta a chiarire l’estensione del contributo a fondo perduto anche per i titolari di partita IVA in regime forfettario.

Contributo a fondo perduto partita IVA: tempi per la domanda e il pagamento

Se ne parla da settimane: da ieri, lunedì 15 giugno 2020, le domande per il contributo a fondo perduto per le PMI sono ufficialmente attive. Le istanze possono essere inoltrate in via telematica sia personalmente che attraverso intermediari riconosciuti. Come abbiamo visto in questo articolo, l’importo parte da mille euro per persone fisiche (autonomi, ditte individuali e liberi professionisti) e due mila per le PMI.

Tra i nodi da sciogliere c’è il dubbio che rientrino o meno in questa categoria di beneficiari anche i titolari di partita IVA agevolata. L’appartenenza al regime dei minimi esclude dalla possibilità di accedere ai contributi a fondo perduto stanziati per maggio? E se si come si calcola l’importo spettante per il bonus? Lasciare fuori le partite IVA agevolate sarebbe, è stato sottolineato da più parti, una discriminazione. Tuttavia è il meccanismo in sé a suscitare qualche polemiche e perplessità.

Partite IVA e aiuti a maggio: differenze tra bonus e contributo a fondo perduto

Anche considerando tutte le partite IVA, incluse quelle che operano in regime dei minimi, resta un possibile scenario contraddittorio: artigiani e commercianti, qualora ricorrano i requisiti di reddito e di calo di fatturato della misura, sarebbero ammessi al contributo a fondo perduto che parte da mille euro per le persone fisiche (e può salire in base alla portata della perdita registrata) mentre allo stesso tempo i liberi professionisti, ammessi al bonus maggio, otterrebbero mille euro indipendentemente dal calcolo della perdita di fatturato.