Per i militari la pensione è più vicina del previsto. In molti casi, grazie alle maggiorazioni convenzionali, il personale delle forze armate e di polizia può accedere anticipatamente alla pensione.

La maggiorazione dei contributi consiste nella possibilità di vedersi riconosciuti maggiori periodi di lavoro, ai fini della pensione. Fra le varie categorie di beneficiari vi sono anche i militari e il personale appartenente alle forze di polizia.

Le maggiorazioni convenzionali

In altre parole, con le maggiorazioni contributive, dette anche maggiorazioni convenzionali di anzianità contributiva, vengono riconosciuti periodi contributivi aggiuntivi al lavoratore rispetto al servizio effettivamente prestato.

Tanto incidono, sia nella misura che nel diritto e consentono al beneficiario di andare in pensione prima del previsto. Per tali contributi è stata istituita a partire dal 1996 (legge n. 335 del 1995) la cassa CTPS a cui sono iscritti i dipendenti dello Stato, della scuola, dell’università e le forze armate per un totale di 1.581.000 iscritti. I lavoratori del comparto sicurezza (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Corpo nazionale dei vigili e Corpo Forestale dello Stato) possono così accedere al pensionamento di vecchiaia con limiti di età inferiori rispetto al resto del personale dipendente dello Stato (cosiddetto personale civile) iscritto alla CTPS in relazione alla qualifica o grado. In particolare, per i lavoratori del comparto sicurezza, l’età massima per la permanenza in servizio è ricompresa tra i 61 anni e tre mesi e i 66 anni e tre mesi.

Come si calcolano le maggiorazioni contributive

Le maggiorazioni di ½ del servizio prestato che danno diritto ai militari a 6 mesi di contributi in più ogni 12 di lavoro riguardano le Forze Armate, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e Penitenziaria, il Corpo Forestale dello Stato e i Vigili del Fuoco che svolgono servizio o bordo di navi militari dell’Esercito e dell’Aeronautica, ma anche coloro che prestano servizio in zone di confine di terra come sottufficiali o militari di truppa del corpo della guardia di finanza.

In questo secondo caso, il beneficio è riconosciuto solo per i primi due anni e dal terzo in avanti viene ridotto nella misura di 1/3, cioè 4 mesi ogni 12 di lavoro svolto. Vi sono poi casi in cui le maggiorazioni contributive sono inferiori, pari a 1/5 del periodo di servizio prestato (2,4 mesi ogni anno) per i militari che vengono impiegati in campagne o esercitazioni, così come per le forze di polizia e polizia penitenziaria per servizi prestati nei reparti di correzione o negli stabilimenti militari di pena. A partire dal 1988, l’accredito delle maggiorazioni convenzionali è stato limitato a un periodo massimo di 5 anni e i periodi svolti in precedenza sono stati cristallizzati.

Militari in pensione prima dei 60 anni

Ne deriva che il personale militare e appartenente alle forze di polizia matura il diritto alla pensione anticipatamente rispetto ai 60 anni previsti per l’età anagrafica ordinamentale. Lo sconto può arrivare fino a 2,5 anni per coloro che si sono arruolati dopo il 1988, ma può essere superiore per coloro che hanno preso servizio prima di tale data. La pensione di anzianità è riconosciuta al compimento dei 57 anni di età e 35 di contributi, mentre la pensione di vecchiaia si ottiene al raggiungimento dell’età anagrafica prevista per i singoli ordinamenti (Forze 17Armate, Carabinieri e Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato e Vigili del Fuoco), che varia anche in funzione della qualifica o grado, congiuntamente al requisito contributivo minimo di 20 anni.

Vedi anche: Pensioni, per militari e poliziotti l’assegno resta più alto