A marzo del 2023 l’assegno unico e universale sui figli a carico di età inferiore a 21 anni ha compiuto il suo primo giro di boa. Cosa significa? Che la nuova misura ha completato il suo primo anno. Infatti fu introdotta nel 2022 a marzo, in sostituzione di tutte le altre misure di welfare per le famiglie, dall’assegno per il nucleo familiare alle detrazioni, dal Bonus Bebè al premio alla nascita. Mese per mese, spesso non alla stessa data, le famiglie dal mese di marzo 2022 hanno iniziato a percepire dall’INPS questo assegno.

E nel 2023 l’esperienza è proseguita automaticamente. Perché nessuna domanda è stata necessaria per prendere ancora l’assegno. Solo l’ISEE andava rinnovato, per consentire all’INPS di continuare a pagare le cifre giuste di assegno ai beneficiari. Questo fino ad aprile 2023, perché a maggio l’INPS ha provveduto per la prima volta a ricalcolare l’assegno. Con conguagli a credito o a debito e con date di incasso che sono slittate lasciando preoccupazioni nei beneficiari. Ecco cosa è successo e quali sono le motivazioni.

“Buongiorno, sono Marta, madre di due bambine e con assegno unico pagato dall’INPS. A maggio ho ricevuto in ritardo l’assegno (dal 15/16 del mese al 28). Era successo già in passato. Ma ho ricevuto una cifra spropositata. Da meno di 500 euro ho preso oltre 1.300 euro. Ho paura che ci sia stato un errore e che dovrò restituire i soldi. Secondo voi perché ho ricevuto questo versamento?”

“Salve, mi chiamo Andrea e vi chiedo se avete notizie riguardo all’assegno unico a maggio. Io non l’ho ancora preso. Secondo me dipende dal fatto che ho rinnovato l’ISEE solo a inizio maggio. Ma sento parlare di tagli, conguagli e ricalcoli e sono preoccupato. Mi sapete dare notizie certe riguardo l’assegno unico di maggio?”

Assegno unico a maggio, perché il ricalcolo?

Un mese particolare quello di maggio per molte famiglie beneficiarie dell’assegno unico.

Perché come anticipato in premessa, molte famiglie sono finite nel  conguaglio, ovvero nel ricalcolo dell’assegno che per la prima volta l’INPS ha provveduto ad effettuare. E per tutte le famiglie che sono state coinvolte nel conguaglio l’automatismo con cui hanno incassato l’assegno fin dal mese di marzo 2022, non ha avuto effetto nel mese di maggio.

Come dimostrano i due quesiti che ci sono giunti in redazione, c’è chi ha preso di meno e chi ha preso di più. In alcuni casi il bonifico dall’INPS è arrivato con cifre davvero rilevanti. E c’è anche chi non ha ancora percepito l’assegno o chi lo ha visto calare nettamente rispetto alle mensilità precedenti. L’unica motivazione certa oggi è il ricalcolo effettuato dall’INPS. Perché le ragioni di cifre in più o in meno percepite dalle famiglie, non sono ancora state rese note ai diretti interessati. In pratica si brancola nel buio.

Il 10 giugno se ne saprà di più, anche se un modo per avere notizie certe c’è già

Le ragioni che hanno portato al ricalcolo dell’assegno sono differenti da famiglia a famiglia. E sono tanti i dubbi che accompagnano queste famiglie che si chiedono il perché hanno preso di più o di meno. E c’è anche chi, come la nostra prima lettrice, ha paura di spendere i soldi che ha ricevuto, temendo un errore. Dall’INPS fanno sapere che probabilmente bisogna aspettare il 10 giugno per conoscere le motivazioni personali che hanno portato l’INPS a cambiare l’importo dell’assegno.

In teoria ogni singolo beneficiario dell’assegno che è finito nel ricalcolo, avrà notizie a breve. Almeno in teoria, dal momento che la certezza ancora non c’è. Resta il fatto che l’assegno unico di maggio a molti è arrivato a inizio giugno.

Ad alcuni la lieta sorpresa di un aumento di importo ed in alcuni casi di autentici maxi conguagli a credito. Altri invece hanno ricevuto importi inferiori a prima, e spesso anche in maniera netta.

Come capire perché c’è stato il ricalcolo dell’assegno unico e universale

A nulla serve collegarsi al sito dell’INPS e controllare l’area dell’assegno unico. Perché non ci sono informazioni ulteriori rispetto alla semplice cronistoria dei pagamenti. Gli interessati che hanno accesso alla loro area riservata con SPID, CIE o CNS, possono facilmente verificare che c’è solo l’importo in pagamento senza le motivazioni a giustificare le cifre. Un problema particolare questo, che lascia nel limbo quelli che hanno preso di più e sono impauriti dal rischio di dover restituire le somme prese. Ma è un problema anche per chi ha preso di meno e vuole contestare il ricalcolo. Non è possibile presentare un ricorso se mancano le motivazioni.

L’INPS come detto però, presto darà soddisfazione agli interessati. Lo ha confermato sul suo portale ufficiale con il messaggio 1947 del 26 maggio 2023. Chi non vuole attendere può rivolgersi direttamente alle sedi territoriali dell’Istituto. Probabilmente in sede hanno già chiare le singole motivazioni che hanno spinto l’INPS a ricalcolare l’assegno per qualcuno. Segnalazioni da parte dei lettori dimostrano come anche le richieste di chiarimenti al contact center dell’INPS, via telefono, non hanno sortito effetto. Perché la risposta degli operatori, sembra sia stata quella di chiedere spiegazioni alle sedi territoriali. Evidentemente questa è l’unica ipotetica via per risolvere l’arcano prima del 10 giugno quando tutto dovrebbe essere più chiaro.