Molti avranno sentito parlare di matrimonio simulato senza sapere in realtà di cosa si tratta. Quando due persone si sposano, tra di loro può esistere un accordo precedente per chiedere l’annullamento dell’unione dopo un determinato periodo. Si, ad esempio, a chi sposa qualcuno soltanto per permettergli di avere il permesso di soggiorno nel nostro paese o a chi si sposa per poter procedere ad un’adozione.

Da un punto di vista civile un matrimonio, anche se con queste premesse, è assolutamente valido ma i coniugi possono chiedere l’annullamento se non hanno adempiuto agli obblighi derivanti dall’unione e non hanno esercitato i diritti che da esso discendono.

Con la richiesta di annullamento i due soggetti che si sono sposati tornano ad essere liberi anche avendo ottenuto lo scopo per il quale il matrimonio è stato celebrato.

Però per annullare il matrimonio bisogna dimostrare che prima della sua celebrazione esisteva un accordo e di non aver “consumato” il matrimonio. Per i coniugi che chiedono l’annullamento del matrimonio per simulazione, il giudice dovrà essere cauto per evitare che questo metodo non sia utilizzato in modo fraudolento come alternativa al divorzio. Per quel che riguarda l’accordo di simulazione deve essere volontà di entrambi i coniugi e deve essere precedente al matrimonio: se il doppio fine è di uno solo dei due coniugi non si parla di simulazione del matrimonio.

Il matrimonio simulato, in ogni caso, può essere annullato entro un anno dalla sua celebrazione, trascorso tale periodo il vincolo tra i due coniugi potrà considerarsi consolidato. Se i due hanno “vissuto come coniugi” dopo la celebrazione del matrimonio, inoltre, l’annullamento non può essere concesso (per vivere come coniugi non si intende solo la coabitazione ma il vivere come marito e moglie e aver consumato il matrimonio).

Leggi anche: Matrimonio nullo: quando non è possibile