La maternità anticipata viene riconosciuta in caso di gravidanza a rischio, ovvero quando il medico accerta che ci sono dei rischi per la salute della mamma e per quella del nascituro.

La maternità anticipa può essere concessa se il posto di lavoro è distante? Rispondiamo al quesito.

Maternità anticipata: chi può richiederlo?

Possono richiedere la maternità anticipata tutte le future mamme lavoratrici che svolgono mansioni pesanti o rischiose per la propria salute e per quella del bambino.

Le future mamme hanno il diritto di stare a riposo in anticipo e di percepire l’indennità riconosciuta durante il periodo di congedo di maternità.

La maternità anticipata può essere concessa alle donne in gravidanza che operano in un ambiente di lavoro pregiudizievole per la gravidanza stessa.

Pertanto, la maternità anticipata può essere richiesta per gravi complicanze o per problemi persistenti, per i lavori a rischio, per le condizioni di lavoro pregiudizievoli alla salute della donna e del nascituro, per le attività lavorative faticose che espongono la futura mamma lavoratrice a rischi per la salute.

Pertanto, il posto di lavoro distante non sempre è motivo valido per richiedere la maternità anticipata. In alternativa, è possibile prendere la malattia.

Tuttavia, ci sono casi specifici da valutare con il proprio medico in cui la distanza dal posto di lavoro potrebbe compromettere la salute della mamma e del bambino.

Treno, autobus e km potrebbero cagionare gravi problemi e mettere a rischio la gravidanza: in determinati casi, la mamma potrebbe beneficiare della maternità anticipata.

Gli sforzi a cui è sottoposta la mamma durante il tragitto potrebbero comportare il distacco di placenta e perdite continue.

Maternità anticipata per lavori a rischio: come fare domanda?

Ammesso che il ginecologo valuti a rischio la gravidanza della futura mamma, è possibile chiedere la maternità anticipata.

I documenti da presentare per richiedere la maternità anticipata sono: un documento di identità valido, un certificato di gravidanza e una documentazione medica che attesti lo stato di gravidanza a rischio.

La fotocopia della domanda deve essere consegnata anche al datore di lavoro.

L’ASL provvede a certificare lo stato di gravidanza a rischio indicato nella documentazione rilasciata dal ginecologo della lavoratrice.

Trascorsa una settimana, se non si riceve risposta, la domanda si considera accolta. Anche in caso di silenzio assenso, l’ispettorato deve emanare un provvedimento che stabilisce la durata dell’astensione dal lavoro.